17 Dic

IV Domenica di Avvento – Anno “A”

Dal vangelo secondo Matteo: 1, 18-24

“Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre, Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe, suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto……..

Un angelo del Signore gli disse: “…non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito santo”…….

Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore”.

 Come compagni di viaggio e come modelli nel cammino verso il Natale troviamo il Battista, Maria  Giuseppe. E’ Matteo l’evangelista che offre il rilievo maggiore alla figura di Giuseppe.

In questa IV Domenica di Avvento, Matteo racconta l’annuncio dell’angelo a Giuseppe, il quale si trova direttamente coinvolto nell’evento che sta per cambiare il volto della storia.

E’ Giuseppe a condurci con forte dolcezza al mistero incredibile dell’Amore di Dio che si è fatto storia, carne, umanità.

Possiamo vedere Giuseppe come :

  • l’uomo del silenzio. Dal vangelo emerge soprattutto questa sua caratteristica. Il suo silenzio è fecondo e prezioso: è l’atteggiamento di chi ha imparato a riflettere, aspettare per discernere, capire e agire di conseguenza.
  • L’uomo della ricerca, portata aventi comunque, pur di fare in tutto la volontà di Dio. Per questo egli soffrirà molto e sarà giusto e forte nello stesso tempo. Gli sarebbe facile, secondo la mentalità del tempo, sbarazzarsi della giovane donna e rompere ogni rapporto con lei: ma così avrebbe condannato Maria ad una fine ignominiosa .
  • L’uomo dell’ascolto: per lui ascoltare la parola di Dio, significa accoglierlo nella sua vita, accoglierlo con tutto il peso di un progetto che umanamente sarebbe inaccettabile . Quello di Giuseppe è un ascolto fatto non solo con le orecchie e col cuore, ma con la sua stessa vita.
  • L’uomo della fedeltà assoluta non solo nei confronti di Dio, ma anche nei confronti di Maria, umile serva del Signore, e per questo degna di essere accolta, protetta e accompagnata.

Giuseppe accoglie, prende con sé, com-prede. Egli è il profeta del quotidiano, della silenziosa e drammatica bellezza del quotidiano. E’ l’uomo di ogni tempo quando osa aprirsi alla speranza che viene dalla promessa di Dio.

Vivere l’Avvento tenendo fisso lo sguardo su Giuseppe di Nazaret significa intensificare l’attesa, confessando, per noi e per i fratelli, il bisognosi un Salvatore.

Anche se come tempo liturgico l’Avvento finisce, la sua lezione rimane, ed è questa: tutta la nostra vita è una lunga e sofferta attesa di qualcuno, anzi di Uno, l’unico che può veramente salvare l’umanità.

Sr. Anna Maria Mulazzani o.s.b

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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