11 Feb

Matteo, quasi un’autobiografia

Cari Amici di Matteo, è davvero con gioia che vi presento la nuova biografia di Matteo. Come leggete nel titolo è “quasi un’autobiografia”; ho lasciato parlare lui attraverso le sue riflessioni, le sue preghiere, i temi, le lettere. I suoi scritti e le testimonianze di quanti gli vissero vicino, mi hanno permesso di conoscere ancora meglio il suo cuore, il suo modo di amare Dio e gli altri. Scrivere questo libro per me, è stato come camminare con lui, passo passo, anno dopo anno, nella esperienza della sua vita; vederlo crescere sotto il profilo umano e ancor più nello spirito. E’ come se lui stesso mi avesse voluto parlare di sé, farmi partecipe delle sue esperienze, dei suoi affetti, della sua preghiera. Questo non è un libro da leggere, ma da meditare e non perché l’ho scritto io, ma perché lo ha scritto Matteo stesso. Ho letto e riletto tante volte le sue parole, anche studiando la sua figura per la Congregazione delle Cause dei Santi e ogni volta lui mi ha stupito, mi ha commosso e sorpreso. Mi ha costretta a riflettere sul dono che Dio ha fatto a tutti noi facendocelo conoscere; mi ha spinto a guardare alla mia vita, al mio rapporto con il Signore, a chiedermi se ho mantenuto quella freschezza e quell’amore che animava il suo cuore. Le sue riflessioni, le sue parole e i suoi gesti mi hanno fatto riflettere sul mio rapporto con gli altri, soprattutto con i più vicini, la mia disponibilità all’incontro e all’ascolto. E’ stato bello rileggere e riflettere e confrontarmi con lui anche alla luce del difficile momento che stiamo vivendo. Matteo mi ha saputo dare sempre la risposta giusta: “Ecco la mia speranza, ecco la mia certezza: sei Tu Signore; stammi vicino!”.

Auguro a tutti voi che la lettura di questo libro porti nel cuore quelle certezze di fede e di amore che Matteo sapeva vivere ogni giorno; che le sue parole ci aiutino a crescere nella santità e ci siano di aiuto nelle circostanze della vita di ognuno.

 Francesca Consolini

Postulatrice

 

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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