02 Dic

II Domenica di Avvento – Anno “A”

Dal Vangelo secondo Matteo,  3, 1 – 12

“ In quei giorni comparve Giovanni Battista a predicare nel deserto della Giudea, dicendo: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”….Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo con acqua per la conversione, ma colui che viene dopo di me  è più potente di me…Egli ha in mano il ventilabro…raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile”.

 La liturgia di questa II Domenica di Avvento è animata da ‘una voce che grida nel deserto’: per superare la prova del deserto bisogna allenarsi ad ascoltare una ‘voce’ che subito rimanda alla Parola.

Se la scorsa domenica ci ha consegnato l’esortazione a ‘vegliare’, oggi il ‘vigilare’ prende consistenza, volto, storia, in Giovanni Battista.

Come i profeti dell’Antico Testamento, Giovanni Battista evangelizza sia con la parola che con la vita: le sue parole dure e provocatorie sono tali da procurargli ben presto la palma del martirio. E’ però soprattutto con la sua vita, semplice ed austera, che il Battista contesta il modo di vivere di molti suoi contemporanei. Egli  invita anche noi oggi a rivisitare il deserto della nostra vita non tanto perché ‘il ventilabro del giudizio pulirà l’aia e verrà bruciata la pula’, quanto piuttosto per resistere alle tante voci stonate del mondo, così che la Parola possa rifiorire chiara e liberante sulle macerie dell’opulenza.

Il messaggio verbale di Giovanni il Battista si concentra intorno a due temi: quello della confessione dei propri peccati in vista della conversione, e quello del battesimo.

Convertirsi significa”avere il coraggio di vivere il dono di Dio” (W. Kasper).

Anche Gesù insisterà sull’importanza di questi due atteggiamenti essenziali, con i quali gli uomini di buona volontà sono invitati a reagire di fronte alla Sua presenza e alla sua predicazione.

Altro elemento importante da evidenziare è il rapporto tra il battesimo di acqua (quello di Giovanni : v.6), e il battesimo in Spirito santo e fuoco (quello di Gesù:v.16). Si tratta di due battesimi ben distinti di cui il primo è solo profezia del secondo. E se Gesù si sottoporrà al battesimo di Giovani, lo farà soltanto per riconoscere la missione del precursore e per mostrare a tutti l’importanza della conversione. Ma sarà Gesù a istituire il sacramento del battesimo, che ci fa figli di Dio e ci chiama alla sequela di Lui, nel contesto della Pasqua e della Pentecoste.

Sr. Anna Maria Mulazzani o.s.b

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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