03 Mag

Il mese di Maggio

Lo scorso 25 aprile papa Francesco ha indirizzato a tutti noi una breve lettera invitandoci alla recita quotidiana del Rosario per il mese di Maggio appena iniziato. Non è la prima volta che il Papa ci sollecita alla recita del Rosario, ma la particolare circostanza della pandemia è un ulteriore motivo per riunirci anche in famiglia in questa preghiera perché “Contemplare insieme il volto di Cristo con il cuore di Maria, nostra Madre, ci renderà ancora più uniti come famiglia spirituale e ci aiuterà a superare questa prova”.

Il pensiero corre a Matteo, al suo amore per la Madonna, la devozione per la recita del Rosario che cominciò da bambino di appena sette anni e alla quale rimase fedele tutta la vita. Egli amava profondamente la Madonna e si affidava alla sua intercessione, al suo aiuto per crescere nella fede e conoscere meglio Gesù e per questo il suo modo di recitare il Rosario era sempre meditativo; si soffermava a riflettere sul mistero enunciato, pregava le Ave Maria con calma, come se dialogasse con la Madonna; portava sempre con sé la corona del Rosario ed era fedele alla sua recita quotidiana. Il Rosario fu il suo compagno nelle ultime settimane della vita. Lui stesso aveva deciso che sarebbe andato incontro a Gesù accompagnato dalla Madonna: aveva registrato un’intera corona del Rosario per poterlo pregare anche quando la malattia lo spossava. Negli ultimi giorni, in ospedale, poco prima di cadere nel torpore aveva chiesto alla sorella Erika di mettergli il Rosario tra le mani: lui era ormai totalmente paralizzato e non aveva che un filo di voce, ma seguiva la preghiera di chi gli era accanto.

Matteo ebbe un particolare rapporto di affetto e devozione filiale con la Madonna; diceva che dovevamo rivolgerci a lei come ad una mamma, perché lei da mamma avrebbe provveduto. L’immagine della Madonna con il Bambino in braccio era a lui molto cara: diceva che la tenerezza di quell’abbraccio lo commuoveva. Diceva che quando eravamo tristi o nella sofferenza dovevamo fare anche noi come quel Bambino: abbandonarci dolcemente tra le braccia di Maria. Aveva anche un modo tutto suo di pregarla durante la giornata, tra un’occupazione e l’altra; l’Ave Maria, aveva insegnato alla sorella e ai genitori, è un modo diretto e semplice per tenersi in contatto con la Madre di Dio e con Dio stesso, quindi anche i momenti “vuoti”, come l’attesa davanti al semaforo o alla fermata di un mezzo pubblico, possono essere vivificati con questa preghiera. Quante code facciamo in questo periodo davanti ai supermercati! Pensiamo al suggerimento di Matteo per vivificare questi momenti e sentirci protetti dall’amore della Madonna.

Cominciamo dunque questo mese di Maggio affidandoci alla Madonna in compagnia di Matteo. Il Papa ci ha suggerito di arricchire la recita del Rosario con due preghiere; possiamo aggiungerne una terza, con le parole di Matteo che sono un invito a non perdere la speranza nella prova, a guardare oltre, ad essere sicuri dell’amore di Dio:

«Maria, Tu, che nella tua estrema semplicità hai saputo vivere con Dio e per Dio;

Tu, che nella tua apparente fragilità hai saputo schiacciare con forza il peccato; Tu, che con il tuo “Si” hai accettato la volontà di Dio; Tu, che anche nella sofferenza non hai mai perso la fede; Tu, che hai racchiuso nel tuo Cuore Immacolato l’infinità di Dio. Tu, Madre di Dio, prega per noi, per chi soffre nell’anima e nel corpo.

Prega per noi Maria, Madre castissima. Ti voglio bene Madonnina, fiore celeste»

Francesca Consolini

Postulatrice

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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