19 Set

Buon compleanno Matteo!

Caro Matteo,

oggi, 19 settembre, è il giorno del tuo compleanno, avresti compiuto 30 anni: una data importante nella vita che segna l’ingresso nella piena maturità. Ma, nella dimensione dove ora vivi il tempo non conta più, si è eternamente giovani e non perderai mai il tuo splendido sorriso che continua qui in terra a rinfrancare e dare serenità a noi ancora in cammino.

Perché questa lettera? Sono trascorsi 5 anni da quando nel 2015 ho cominciato ad occuparmi di te e a conoscerti. Devo dire che, dal mio punto di vista di postulatrice, in cinque anni ne hai fatta di strada! Molta di più di tanti altri che, incamminati verso il riconoscimento ufficiale della santità, si sono messi in marcia prima di te ma ancora non ti hanno raggiunto. Mi piace ripercorrere con te questo cammino: dal 19 settembre 2016 al 24 aprile 2017 si è svolto il processo diocesano, durante il quale tante persone a te care hanno testimoniato sulle tue virtù: la tua fede in Dio al quale avevi affidato la tua vita giorno per giorno, la serenità costante sostenuta dall’amore per il Signore e per la Madonna, l’amicizia disinteressata, gioiosa e generosa che sapevi offrire, il tuo amore per il Creato e per i poveri vicini e lontani, il tuo percorso di malattia accettato con fortezza  ma anche con serena fiducia in Dio.

Terminato il processo in diocesi, a Roma la tua causa ha bruciato le tappe fino ad arrivare al 5 maggio di quest’anno 2020, quando papa Francesco ti ha proclamato venerabile, riconoscendo che hai vissuto eroicamente il Vangelo giorno dopo giorno. A Roma sta procedendo anche lo studio sul miracolo che hai ottenuto da Dio in modo davvero originale.

Sei quasi alla fine del percorso che speriamo ti veda presto beato. Ora la tua postulatrice deve dirti grazie. In più di trent’anni di professione, che a me piace chiamare missione, ho conosciuto molti Servi di Dio, alcuni già beati, e tutti mi hanno lasciato un messaggio o un ricordo che è entrato a far parte di me. Una schiera di circa 40 amici che nel corso degli anni sono diventati parte della mia vita; di loro conosco tutto: la vita, le parole, l’aspetto fisico, il pensiero, il modo di pregare, quello che hanno fatto, chi hanno conosciuto… Ognuno mi ha lasciato un dono particolare: chi l’amore verso Dio fino a dare la vita nel martirio; chi la carità senza confine nel servire i poveri, gli ammalati, i lebbrosi; chi ha avuto il coraggio di fondare opere difficili per venire incontro a nuove esigenze di carità e assistenza; ho conosciuto anche la saggezza e il servizio pastorale del vescovo e del sacerdote impegnati in prima persona fra la gente; ho conosciuto inoltre la preziosità della vita consacrata a Dio nella preghiera e nel silenzio della clausura.

E  poi i giovani che mi hanno lasciato il dono di saper amare Gesù nella semplicità, senza complicazioni, senza interrogativi, come si ama l’amico più caro tanto che diventa naturale seguirlo giorno per giorno nel cammino della vita, senza stupirsi se questo cammino è breve perché c’è la certezza di trovare Lui.

Tu, Matteo, cosa mi stai regalando? Devo farti una confessione: dal primo momento mi sei entrato nel cuore con una profondità nuova; è come se ogni giorno avessi un appuntamento con te che mi sorridi un po’ dovunque in casa, visto che ho messo la tua immagine in più posti, dalla camera da letto alla cucina!

Mi stai dando una serenità profonda che trasmetti col tuo sorriso e con i tuoi occhi, la gioia di incominciare ogni giorno con entusiasmo nuovo, la ricerca del positivo come hai fatto tu sempre e in ogni cosa. Tu non hai rinnegato nulla della vita, di quanto di bello e buono la vita ci può dare.

Non ti sei lasciato travolgere e contaminare dal negativo che spesso oggi sembra voler sopraffare il positivo. Tutto il buono che c’era attorno a te lo hai individuato, valorizzato, fatto crescere e fruttificare.

Hai amato la famiglia e, nelle difficoltà quotidiane e nella diversità dei caratteri, hai visto non un limite ma un arricchimento.

Hai apprezzato la gioia di avere tanti amici e anche di divertirti con loro ma senza mai cadere nella banalità o nel “fanno tutti così”, ma gustando e comunicando agli altri la bellezza dello stare insieme, del ridere, suonare e cantare per poi cementare legami veri destinati a durare.

Hai assorbito il lato positivo dello studio che apre la mente e questo ti ha consentito di progettare un tuo domani, in cui avrebbe trovato posto la ricerca del bene comune, non del prossimo più vicino ma del mondo intero, sentendoti sempre  parte di una comunità senza confini, da amare, far crescere e difendere senza distinzione di sorta e con equanime giustizia.

Hai amato una ragazza gustando la felicità di progettare con lei il futuro di una famiglia, senza la fretta di bruciare i tempi, ma nella gioia di crescere e maturare insieme.

Ti sei sentito parte viva del Creato, ne hai apprezzato la bellezza e hai sentito il dovere di custodirlo, di preservarlo e di renderlo ancor più bello con atteggiamenti responsabili.

Hai amato e dedicato tempo alla preghiera e al colloquio a tu per tu con Dio, che hai sentito sempre vicino come forza e presenza che guida i passi di chi lo cerca e lo sa ascoltare.

Ti sei sentito parte della grande famiglia della Chiesa, senza mai soffermarti né polemizzare sui lati negativi che essa, fatta di uomini, talvolta presentava.

Hai visto e vissuto la positività persino di una malattia inguaribile, non ti sei ripiegato su te stesso a piangere per i progetti andati in fumo e per le inevitabili rinunce, ma hai vissuto la malattia come una opportunità.

Hai accolto la malattia come modo di essere più vicino a Gesù, considerandola come un tracciato avvolto, come dicevi tu, nella nebbia che, diradandosi, rivelava   aspetti nuovi e sorprendenti pur riducendo il tuo orizzonte temporale.

 

Grazie Matteo, per questa positività che mi stai donando, che mi aiuta nella vita di ogni giorno e che spero diventi sempre più un dono per tutti noi, a volte troppo preoccupati per l’immediato e troppo chiusi per essere davvero semplici come Dio ci vuole. E ancora a nome di tutti quelli che ti vogliono bene:

BUON  COMPLEANNO

 

Francesca Consolini

Postulatrice

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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