22 Dic

Natale – Messa del Giorno

“In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, preso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste”

La Parola di Dio che si fa evento storico di salvezza, che sempre viene in uno spazio e in un tempo precisi, finalmente si è fatta carne. E’ questo il vertice della volontà di amore e di salvezza di Dio per l’uomo.

Dopo il canto degli angeli e dei pastori, quando ormai è alto il solo del giorno del Natale, tocca al ‘teologo’ San Giovanni intonare il suo Inno all’Unigenito che è nel seno del Padre. E’ il canto di chi ha interiorizzato il Verbo di Dio, lo ha mangiato nella Cena, ha creduto alla persona di Gesù, si è lascito guidare da lui per avere il dono della vera vita.

Quanto è costitutivo dell’uomo – nascere nella carne – viene adesso detto del Verbo di Dio. Dio ha stabilito la sua dimora in mezzo agli uomini nella debolezza della carne di Gesù, e ha rivelato pienamente la sua gloria nell’ora dell’innalzamento del suo Figlio sulla croce. Alla tenda dell’Esodo e al tempio si sostituisce il corpo dell’Agnello immolato.

Come nel racconto della Genesi la prima opera di distinzione attuata da Dio fu quella tra la luce e le tenebre, così Gesù è la luce del mondo che divide gli uomini in figli della luce e figli delle tenebre.

Da sempre Dio è Parola: parola che crea, Parola che illumina, Parola che salva. Alla base di queste azioni sta il Suo amore ablativo. Solo questo amore sa generare vita vera, sa condividere i beni che possiede, sa illuminare i percorsi oscuri dell’esistenza umana.

Quanti accolgono la Parola eterna diventano figli di Dio. In Gesù questa Parola è diventata persona. Per Giovanni la Parola creatrice di Dio non è altro che il Figlio: parola increata che esiste da sempre e per sempre. Non esiste infatti soluzione di continuità tra quello che c’era da sempre presso Dio e quello che Gesù opera tra gli uomini.

Il Verbo si è fatto carne,  ma si è fatto anche libro, vangelo scritto, e come la fede è chiamata a riconoscere il Figlio di Dio nell’uomo Gesù di Nazaret, così essa è chiamata a riconoscere la Parola di Dio nelle parole umane della Scrittura.

Questa Parola entra in comunione con noi: “Venne ad abitare in mezzo a noi”. Di fronte a questa Parola è chiesta la nostra libera adesione. E’ urgente rivedere il nostro rapporto vitale con questa Parola incarnata: è ricercata? È accolta? È venerata? È testimoniata? Sulle risposte date a questi interrogativi si celebra in verità il mistero dell’Incarnazione di Dio.

Sr. Anna Maria Mulazzani o.s.b.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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