XVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
Mc. 6, 30-34
Gesù, dopo aver inviato i discepoli in missione, li accoglie al loro ritorno e li invita ad una paura di riposo e riflessione.
Il breve testo evangelico che la liturgia ci propone oggi si può scomporre in due parti: vv. 30-32, Gesù si isola con i suoi; vv. 33-34: Gesù istruisce la folla che lo cerca e lo trova.
Ma prima di interessarsi della folla si interessa dei discepoli, perché recuperino le energie fisiche e spirituali. La pausa di isolamento è per la ricerca di quel silenzio che si fa riflessione, preghiera e intimità.
Ma tale solitudine non dura a lungo: il luogo, finora deserto, si popola di gente che desidera ascoltare il Maestro, che non rimane indifferente a questa gente affamata della sua Parola. Viene loro incontro facendo sentire la parola che conforta e il suo cuore che ama. Il verbo ‘ebbe compassione’ indica un profonda affetto dai tratti materni: Gesù si prende cura di loro come una mamma dei suoi bambini.
Venuto per una missione universale, Gesù non si mostra contrariato per l’improvviso cambiamento di programma e rivolge la sua attenzione premurosa ad un gruppo più ampio di quello dei suoi discepoli.
Come il gregge senza pastore non è più in grado di trovare pascoli dove sfamarsi, così il popolo senza guida non può trovare le sorgenti della vita. C’erano le guide di Israele – gli scribi, i farisei, i sadducei – ma evidentemente non soddisfacevano le attese della gente.
La presenza di Gesù è una novità; l’evangelista Marco lo aveva annotato subito: “Erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi” (Mc. 1,22). Per questo la gente accorre a Gesù.
E Gesù accontenta subito il desiderio della folla che lo vuol ascoltare: “Si mise a insegnare loro molte cose”. Solo dopo essere venuto incontro al loro desiderio di ascolto, Gesù provvederà anche al loro bisogno di pane (lo vedremo la prossima domenica) .
Questo ordine deve farci riflettere circa la priorità da assegnare ai bisogni dell’uomo.