14 Apr

III Domenica di Pasqua anno B

“Pace a voi!”

Dal Vangelo secondo Luca, capitolo 24, versetti 35-48

Nel brano del vangelo di oggi, Luca dà un anticipo del messaggio che troviamo negli Atti degli Apostoli: gli Undici e i loro compagni imparano a vivere la comunione con Gesù vivente, attraverso la realtà stessa della distanza che li separa da Lui.

Assistiamo a un commovente tentativo di Gesù.risorto di stabilire la sua perfetta identità: “Guardate!…Toccate!…Mangiamo!…Sono proprio io!…” Assistiamo però anche alla difficoltà nella quale vengono a trovarsi i discepoli: da un lato smarrimento e timore, dall’altro stupore  misto a gioia (v.41) che apre il loro animo alla luce.

In loro si riflette la tensione propria del mistero pasquale: il Risorto è infatti a un tempo spirito e carne, e questo nuovo modo di essere di Gesù , se da un lato li illumina, dall’altro li abbaglia.

Gesù va incontro alla loro tacita richiesta, si autopresenta, ma cosa in realtà egli mostra a riprova che è proprio lui, Gesù di Nazaret, il figlio di Maria, crocifisso, sepolto e risuscitato? Le mani e i piedi con i segni della passione! (v.39). Il passaggio difficile, la vera ‘pasqua’ richiesta ai discepoli è credere che Gesù risorto è lo steso di prima, ma ora occorre conoscerlo e riconoscerlo non a modo umano; dirà infatti Paolo:” Se noi abbiamo conosciuto Cristo nella carne, ora nono lo conosciamo più così” (2Cor. 5,16). Si tratta di trasferirsi in un altro orizzonte, quello della fede, dal quale le cose si vedono in un’altra luce.

Gesù fa appello alla memoria dei discepoli, perché ricordino, non i fatti passati, ma le sue parole.

La risurrezione appartiene al disegno di salvezza di Dio, come la passione: “Bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me”(v.44-45). Gesù diventa l’esegeta per eccellenza della Scrittura.

I discepoli lo riconoscono, ma Gesù scompare subito alla loro vista (v.31), li abbandona! (v.51).

D’ora in poi bisognerà vivere soltanto nella fede. Gesù non è apparso ai discepoli per consolarli, ma unicamente perché ciò era necessario alla loro fede.

Senza le Scritture non vi è fede pasquale. Non basta toccare il corpo del Risorto, è solo la Scrittura che lo fa riconoscere come colui che ha realizzato il disegno di salvezza del Padre.

A questo punto (v.48) Gesù  dà ai suoi una missione di testimonianza, li costituisce testimoni, missionari della Grazia di Dio. E’ il punto di arrivo di tutto il racconto.

Gli apostoli  diventeranno “testimoni di Gesù” (Atti 1,8) per mezzo della potenza dello Spirito santo, che donerà loro di parlare e di rendere il Risorto vicino agli uomini: li vedremo quindi, nel Libro degli Atti, far propri i gesti e le parole di Gesù.

Il brano del Vangelo di luca che la liturgia ci ha proposto oggi, ha dunque lo scopo di fondare l’autenticità della testimonianza degli Undici sulla realtà della Risurrezione.

section-icon

"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

Invia la tua Testimonianza