19 Gen

III Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Dal vangelo secondo Matteo: 4,12-23

“……. Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciò Nazaret, andò ad abitare a Cafarnao, sulla riva del mare …. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: <Convertitevi, perché il regno dei  celi è vicino>. Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli … E disse loro: <Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini>… Andando oltre, vide altri due fratelli …. e li chiamò. Ed essi subito, lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono”.

Inizia oggi la lettura corsiva del Vangelo secondo Matteo, che ci accompagnerà per tutto l’anno liturgico. E il brano di oggi  è denso del messaggio di tutto il Vangelo: “Convertitevi, il Regno dei cieli è vicino”.

“…… Andò ad abitare a Cafarnao”(v.13) : è la terza volta che Matteo registra inserimenti successivi del Figlio di Dio nella storia umana ( dopo gli episodi dell’infanzia con la nascita a Betlemme e la fuga in Egitto). Si tratta della geografia della presenza dal Dio fatto uomo nella storia, in luoghi marginali, quasi introvabili sulla carta geografica. Eppure di là stava per accendersi una grande luce di liberazione e di speranza, perché Gesù veniva e viene ad abitare le nostre tenebre, trasformandole in un giorno luminoso.

Il suo Vangelo è infatti una luce che scalda e conforta, guida e rassicura, ma non toglie la fatica del vivere e non esonera dal cercare affinché nella Galilea della confusione si sveli la strada della vita.

Convertirsi al Regno che è vicino significa in definitiva accogliere l’invito ad entrare nella casa che Gesù abita a Cafarnao. Ad  accogliere la sua luce, il suo invito, sono persone concrete.

E’ carico di movimento il nostro brano: i passi di Gesù che da Nazaret si dirige a Cafarnao e che percorre la Galilea coinvolgono quattro storie di uomini che si mettono in cammino dietro a lui, con lui.

Il ‘subito’  (v.20) della sequela immediata e senza condizioni deve divenire durata, perseveranza, e questo è possibile solo si rinnova la gratitudine e il ringraziamento per la vocazione accolta un tempo, se si persevera nella docilità alla Spirito e in una preghiera umile al Signore; in una parola: se si ri-sceglie ogni giorno ciò che si è scelto un tempo.

Oggi come allora Gesù colpisce chi lo incontra, e ‘obbliga’ a prendere posizione: o mettersi con lui e seguirlo, lasciando che la nostra vita cambi radicalmente, come è stato per i discepoli, divenuti ‘segni di stupore’ perché non erano succubi dell’egoismo o del tornaconto, o combatterlo, come hanno fatto gli scribi, i farisei, i sacerdoti del suo tempo.

Se sapremo  agire con coerenza, facendo splendere comportamenti che sono segni del Regno dei cieli tra noi, allora Gesù farà ancora breccia nei cuori, e troverà uomini e donne disposti a ‘lasciare

le reti’ per seguirlo in un’avventura affascinante che non si sa dove porti, perché Lui è un compagno esigente ed imprevedibile.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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