12 Mag

Ascensione del Signore – Anno B

13 maggio 2018

Dal Vangelo secondo Marco 16, 15-20

“Gesù disse loro: andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato…….”

Troppo spesso nello svolgimento dell’anno liturgico si trascura di mettere in rilievo l’importanza di questa celebrazione stretta tra le festose solennità di Pasqua e pentecoste e quella più popolare del Corpus Domini.  Così rischiamo di dimenticare e far dimenticare quello che è il compimento del mistero della nostra Redenzione. La risurrezione si compie solo nel momento  in cui Cristo ascende al cielo, non soltanto per ritornare presso il Padre, ma per prendere possesso del proprio ruolo eterno, per dare compimento all’esercizio della propria signoria sul mondo.

Il Cristo attuale, quello che noi oggi preghiamo e contempliamo è colui che siede alla destra del Padre con il suo corpo risorto, corpo reale e celeste insieme, primizia di coloro che dovranno risorgere.

Il mistero glorioso della sua Ascensione rivela che Gesù ritrova il posto che era suo fin dal principio, rivelandosi come quel Figlio attraverso il quale il Padre ha manifestato il suo amore per il mondo

Nella festa dell’Ascensione incontriamo Gesù il Signore, per noi, oggi.

La conclusione canonica del Vangelo di Marco (vv.9-20), di cui la liturgia di oggi ci propone la parte terminale, può essere considerata un riassunto sintetico della catechesi pasquale della prima comunità cristiana.

“Andate in tutto il mondo, predicate il vangelo ad ogni creatura” (v.15), l’affermazione principale del nostro brano, ha per oggetto l’annuncio del vangelo, che consiste nel proclamare la mediazione di Cristo al momento della creazione ed in quello della redenzione.

Sta ora alla Chiesa rendere visibile il volto di Gesù, nel tempo in cui l’ascensione l’ha sottratto alla vita, nel tempo tra la Pasqua e la parusia. Sta a noi, chiesa, renderlo presente tra i fratelli.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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