21 Mag

ASCENSIONE A

Mt.28,16-20

La solennità dell’Ascensione è caratterizzata da una particolare letizia, gioia. Ciò può sembrare strano, in quanto si tratta della dipartita del Signore Gesù Cristo, nella sua umanità, dalla terra al cielo. La gioia scaturisce dal considerare il Cielo, il Paradiso che è la nostra vera patria alla quale noi tutti siamo chiamati ad entrare, e anche perché in Cristo asceso al cielo la nostra umanità è stata innalzata al Cielo.

Allo stesso tempo la gioia scaturisce dal fatto che Gesù oltre ad essere in Cielo rimane ancora in mezzo a noi sino alla fine del mondo, mutando solo l’aspetto e lo troviamo in tante maniere: spiritualmente in mezzo a noi, nella Parola di Dio, nei poveri, nei sofferenti, nei bisognosi, nei ministri della Chiesa, nel Papa, nei sacramenti, soprattutto nell’Eucaristia.  Tutto ciò conferma la sua promessa: di “non lasciarci orfani” (Gv.14, 18) e “di preparaci un posto nella casa del Padre” (Gv.14, 2).

Con l’Ascensione Cristo entra nella pienezza della gloria meritata dal suo sacrificio. Sale nel cielo per guidare sulla terra, mediante lo Spirito Santo, il regno che egli ha fondato, regno di Dio che è il suo proprio regno e nello stesso tempo regno del Padre. La sua elevazione alla gloria celeste è in favore dell’umanità. Nel suo regno, egli è re, ma un re che esercita il suo potere a beneficio di tutti. Dal cielo, Egli guida tutto lo sviluppo terreno della Chiesa e per un influsso più profondo sul destino dell’umanità. Gesù già ne aveva parlato e promesso, prima di questa partenza, una presenza continua, segno di una sollecitudine ininterrotta e di un soccorso sempre disponibile: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dei mondo» (Mt 28, 20). In tutta la storia, fino alla fine del mondo, rimarrà presente, anche se è invisibile. Cristo viene partendo. Ormai si trova nel cielo, ma per venire sulla terra mediante lo Spirito Santo, per essere sempre con noi.

Siamo alla conclusione dell’avventura terrena di Gesù e proprio a questo punto comincia l’avventura cristiana. Con Gesù, Dio è passato dall’essere l’”Io sono” dell’Esodo (Es 3, 14), all’”Io sono con voi” del Vangelo. Per sempre.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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