25 Mag

Lo specchio limpido della gioia

Vieni Gesù, riempi veramente la nostra vita… Rendi ogni sorriso un fuoco d’artificio colorato di gioia” (Servo di Dio Matteo Farina).

Vi sono forse parole più adatte per descrivere lo splendido sorriso del Servo di Dio Matteo Farina e l’esplosione di emozioni che suscita nel cuore di chi l’osserva?

Un sorriso caldo e avvolgente il suo, che racconta di un ragazzo talmente solare e pieno di vita che anche nella malattia continua a ripetere: “Sballottolato qui e là non ho mai perso la gioia di vivere. Sì, la gioia di vivere. Vivere la vita, perché la vita è bella!”. La gioia è la grande compagna di viaggio di Matteo. I suoi scritti ne sono intrisi, quanti lo hanno conosciuto lo ricordano per la sua prorompente e contagiosa allegria. Umanamente non si comprenderebbe tanta letizia, espressa nel volto e nelle parole di un giovane, la cui vita è stata segnata a lungo e profondamente dalla sofferenza, se oltre al sorriso non si contemplasse sul suo viso qualcos’altro: lo sguardo chiaro e trasparente di un ragazzo desideroso di “Essere uno specchio, il più limpido possibile” per riflettere la luce di Dio negli uomini.

Papa Francesco nella meditazione mattutina del 22 maggio 2014 definisce la gioia “Il segno del cristiano” pertanto “un cristiano senza gioia o non è cristiano o è ammalato” e, accennando ai falsi “cristiani con la faccia da peperoncino in aceto”, ci ricorda che un vero cristiano lo riconosci anche dallo sguardo.

La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce” (Mt. 6,22).  Il sorriso luminoso di Matteo non lascia dubbi: la luce di cui parla Gesù e la gioia sono in lui due realtà indissolubili.  Solo chi ha l’occhio chiaro e libero, ripulito dall’errore e dalle storture del peccato, dei pregiudizi, delle sovrastrutture di false ideologie, dei desideri malsani, solo chi è mosso dal desiderio di semplicità e dall’ aspirazione di vedere Dio in ogni situazione, in ogni uomo e di cercare sempre la sua volontà, può vivere nella luce della verità e può godere appieno della gioia che ne segue. “La semplicità tende a Dio; la libertà raggiunge e gode Dio…. Se tu fossi interiormente buono e puro, vedresti ogni cosa senza velo, e la comprenderesti pienamente…Chi è puro di cuore è tutto preso dalla gioia, per quanta gioia è nel mondo.” Queste riflessioni tratte dall’Imitazione di Cristo esprimono esattamente chi è stato Matteo.

 

LA GIOIA DI VIVERE

La mia vita è con Dio” afferma Matteo. Ecco il segreto della sua gioia!  La semplicità, la libertà interiore e la purezza di cuore gli permettono di cercare e di incontrare Dio, di rimanere con Lui e di essere preso dalla gioia, quella vera che “È legata al rapporto con Dio. Chi ha incontrato Cristo nella propria vita, sperimenta nel cuore una serenità e una gioia che nessuno e nessuna situazione possono togliere.” Come non ritrovare in queste parole di Benedetto XVI gli stessi pensieri rivolti da Matteo a Gesù bambino: “Vieni piccolo Gesù bambino, donaci la vera gioia di vivere, comunione con Te sempre nella gioia e nella sofferenza”.

La gioia di vivere in Matteo non è una caratteristica naturale, legata ad un’indole gioviale, di cui peraltro era dotato, ma è l’unione con Dio che lo porta a vivere tutto come suo dono e ad essere grato e gioioso per ogni aspetto “Di questa splendida vita”, come la definisce Matteo, guardandola con la meraviglia e lo stupore che appartengono solo ai semplici, ai liberi e puri di cuore. La vera gioia di vivere è alimentata direttamente da Dio e per questo è piena e costante: vissuta nella serena quotidianità, viene mantenuta nelle tempeste della prova e goduta più intensamente nei momenti di maggiore dolore. Non a caso ogni volta che Matteo parla della sua malattia, la parola “gioia” è sempre presente, perché per lui gioia è sinonimo di Grazia, mentre la vera sofferenza è legata al peccato. “Così vivrai per tutta la tua vita…tra gioia e sofferenza, tra grazia e peccato”. Infatti altrove Matteo lamenta la devastante perdita della gioia, quando ci si allontana da Dio con il peccato: “Ho perso la pace…la tua pace, ho perso la gioia…la tua gioia”. È così che il nostro giovane amico sperimenta la “Grande gioia cristiana” che “È anche quella che custodisce la pace e custodisce l’amore” come insegna Papa Francesco.

 

VIVERE DI GIOIA

Come posso vivere di gioia?” si domanda Matteo. Lui non si accontenta. Per chi vuole vivere con Dio non è abbastanza possedere la gioia di vivere.  Matteo vuole vivere di gioia.

La gioia di vivere è un dono. Vivere di gioia comporta qualcosa di più: è un atto di volontà che spinge a ricercare la gioia di Dio, spesso anche negli affanni e nella stanchezza, a trovarla nella preghiera e nella vita sacramentale, per poi diffonderla intorno e donarla agli altri. “Accucciati umile tra le sue braccia…Tornerai allora a splendere del Suo amore, donando anche una carezza, un sorriso, il tuo piccolo contributo per aiutare chi è come te nella difficoltà, nella fatica; portalo da Dio”. Ecco che allora “vivere di gioia” è un atto di volontà che diviene atto d’amore e che permette di mantenere anche nelle avversità “la gioia di vivere”.

“Le gioie più intense della vita nascono quando si può procurare la felicità degli altri, in un anticipo del Cielo” dice Papa Francesco nell’ Esortazione Apostolica Postsinodale  Amoris Laetitia. Esperienza ben nota a Matteo che appena tredicenne, all’esordio della malattia, scrive: “Abbattersi non giova a nulla, dobbiamo invece essere felici e dare sempre gioia. Più gioia diamo, più gli altri sono felici. Più gli altri sono felici, più siamo felici noi… È tutto un giro, fatto di piccole cose che vanno a riempire quel piccolo contenitore della gioia, un contenitore che deve essere sempre colmo”.

 

MATTEO MISSIONARIO DI GIOIA

Qual è il miglior modo per vivere di gioia se non donarla portando agli altri la tenerezza, la Misericordia, l’amore di Dio, in una parola il Vangelo?  Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium afferma che “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia.”

Matteo di ciò ne ha piena consapevolezza a tal punto da diventare un autentico missionario di gioia, attraverso un’esistenza impiegata nella missione evangelizzatrice consegnatagli in sogno da Padre Pio: “Se sei riuscito a capire che chi è senza peccato è felice devi farlo capire agli altri in modo che potremo andare tutti insieme, felici, nel regno dei cieli”.

Anna Rita Fiusco

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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