31 Mag

Il Battesimo vissuto da Matteo Farina

“Se sei riuscito a capire che chi è senza peccato è felice, devi farlo capire agli altri in modo che potremmo andare tutti insieme, felici, nel Regno dei Cieli”: sono le parole che il Servo di Dio Matteo Farina ha ricevuto in sogno da padre Pio e che diventeranno la missione che lui porterà avanti per il resto della sua breve vita.

Matteo era permeato dalla luce di Gesù ed è riuscito ad irradiarla all’esterno facendo fruttificare in lui il sacramento del Battesimo divenendo sacerdote, re e profeta nella società. Docile all’impulso dello Spirito Santo il giorno della sua Prima Comunione non ha avuto paura di rispondere sì all’invito del parroco che chiedeva chi, tra quei piccoli bambini, avrebbe voluto diventare sacerdote. Non si è trattato di un sacerdozio ministeriale ma di quello comune e Matteo ha offerto la sua vita per gli altri per amore di Gesù che ha servito in mezzo alla sua famiglia, ai compagni di scuola e di catechismo, tra i suoi amici.

Matteo ha saputo dare il “sapore” di Dio in ogni cosa che faceva a scuola, nello sport, nella musica e, soprattutto, nella comunità parrocchiale dell’Ave Maris Stella dove bastava vederlo come si accostava al sacramento della Riconciliazione, come partecipava con solennità (e non mero devozionismo) alla Liturgia Eucaristica, all’Adorazione, alla recita del Santo Rosario. Non ostentava la sua maturità, ma guardandolo sembrava di assistere alla migliore predica che un dotto sacerdote potesse fare!

Se ripenso a quando incontravo Matteo mi viene in mente il racconto apocrifo in cui il Serafico Padre Francesco chiese all’umile fra Ginepro di accompagnarlo per una predicazione e, per le strade di Assisi, camminavano dispensando sorrisi, parlando agli anziani, aiutando i bisognosi e rientrarono in convento; quando fra Ginepro chiese a Francesco quando avrebbero predicato, il Santo frate gli rispose che lo avevano già fatto.

È questo il ricordo che ho di Matteo: un bambino, un ragazzo, un giovane di straordinaria ordinarietà che irradiava la luce della Santissima Trinità perché fedele alla sua missione di Battezzato; davvero la sua mano era stretta a quella di Dio Padre e l’altra era offerta a qualsiasi prossimo per propagare la Sua luce.

Francesca Grappolo

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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