07 Nov

XXXII Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

08 novembre 2020

“Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”

Dal Vangelo secondo Matteo, Capitolo 25, versetti 1-13

Le 10 ragazze della nostra parabola sono compagne e amiche della sposa, noi le chiameremmo ‘damigelle d’onore’.

Cinque di esse sono ‘insensate’, cinque invece sono ‘giudiziose’.

Le vergini “prudenti” sono dette anche “sagge”, ma più che una saggezza umana, il termine sta ad indicare una certa ‘intelligenza’ del mistero di Dio: le vergini sagge non sono solo scaltre, posseggono in più l’apertura del cuore all’accoglienza del Regno di Dio.

Le altre cinque vergini non sono solo ‘sbadate’, ma “stolte”: si tratta anche qui dell’atteggiamento spirituale di fronte a Dio.

In Oriente (ma un po’ ovunque), è normale che la sposa  si faccia attendere, ma nella nostra parabola è lo sposo a tardare. Nel contesto del discorso escatologico in cui Matteo inserisce la nostra parabola, questo elemento assume una grande importanza: non si afferma che il Signore tarda, ma che le vergini insensate si comportano come se tardasse.

Lo sposo arriva a mezzanotte (v.6). La tradizione relativa alla venuta del Signore nella notte è molto antica, ed è confermata dalla I Lettera ai Tessalonicesi :”Voi sapete che il Signore viene come un ladro nella notte” (1 Ts. 5,2).

Fissando il ritorno dello sposo a mezzanotte, Matteo fa ricordare ai suoi ascoltatori la notte della Pasqua eterna, alla fine dei tempi.

L’olio (vv.8-10) simboleggia le buone opere, la carità;: si capisce allora perché le giovani sagge non possono dare del loro olio alle compagne: perché non è questione di quantità, ma di qualità.

L’arrivo dello sposo fa prendere coscienza alle une e alle altre della natura del loro amore: l’amante vero è sempre pronto ad accogliere, mentre lo stolto deve ricorrere ai mercanti, per poi trovare la porta chiusa, e addirittura sentirsi dire :”Non vi conosco!” (v.12).

Indubbiamente, la sentenza di esclusione può sembrare severa, ma coloro che sono chiamati e trascurano di prendere l’olio della vigilanza, preparano con le proprie mani la loro rovina. Riempire la propria lampada d’olio significa fare la volontà del Padre.

La nostra parabola può essere definita, in ultima analisi, l’immagine di un giudizio che l’uomo ha prima realizzato in se stesso col proprio comportamento, e che solo in un secondo tempo Dio ha ratificato: le vergini stolte si sono escluse da se stesse.

E’ chiarissimo che ci troviamo qui alla presenza non di uno sposalizio palestinese, ma di una storia divina: le vicende di questa storia sono analoghe alle vicende del Regno. Essendo padrone del tempo, Dio può arrivare all’ora che gli pare. La sua venuta, che segna l’irruzione dell’eternità nel tempo, sorprende sempre, e proprio perché non ne conosciamo né il giorno né l’ora, bisogna tenersi pronti in ogni momento.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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