24 Ott

XXX Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

25 ottobre 2020

“ Amerai il prossimo tuo come te stesso”

Dal Vangelo secondo Matteo, Capitolo 22, versetti 34-40

La pagina evangelica di oggi mette in stretto rapporto la Scrittura e l’amore. La Scrittura che chiede di amare Dio con tutto se stessi e il prossimo come se stessi si compie infatti in un amore fattivo e concreto.

Vediamo come gli avversari di Gesù gli tesero un ultimo tranello, nella speranza di trovare finalmente un motivo d’accusa che permettesse di liquidarlo. Infatti i loro tentativi precedenti erano falliti uno dopo l’altro.

Ai versetti 34-35 vediamo i farisei che, udito che Egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono (meglio si ‘coalizzarono insieme’), e uno di loro, un dottore della legge, ‘ lo interrogò per metterlo alla prova’.

Alla domanda “Qual è il più grande comandamento della Legge?” (v.36) Gesù risponde proclamando il comandamento dell’amore di Dio e del prossimo, che non è inventato da Lui, ma è quanto già si affermava nel libro del Deuteronomio e del Levitino (. Leggiamo infatti in Deut.6,5 :”Amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo  cuore, con tutta la tua anima e con tute le tue forze”., e in Lev.19: “ Ama il prossimo tuo come te stesso”.

Con la sua domanda, il dottore della Legge vuol portare Gesù a far conoscere il suo pensiero su questo argomento scottante, su come cioè deve concretamente comportarsi un credente (di ieri e di oggi…).

Gesù è un giudeo pio. Frequenta la sinagoga e si reca al tempio; conosce bene la Legge e i Profeti. Conosce bene il fine ultimo della Legge: cercare e salvare chi è perduto, e lo fa in prima persona, traducendo in pratica l’affermazione: “e il secondo comandamento è simile a questo: amerai il prossimo tuo come te stesso” (v.39).

C’è uno stretto legame fra le due parti della risposta di Gesù.

I farisei pretendono di amare Dio, ma non amano il prossimo, l’uomo, Gesù che hanno davanti. Dal momento dell’Incarnazione, i nostri doveri verso Dio non possono più essere separati dai nostri doveri verso gli uomini!

“Su questi due comandamenti – conclude Gesù – poggiano tutta la Legge e i Profeti” (v.40). L’espressione ‘Legge e Profeti’ indica tutto l’Antico Testamento: con la sua affermazione lapidaria, Gesù dà una norma infallibile e semplice insieme a tutti coloro che non conoscevano e non potevano praticare tutte le 613 norme della Legge!

La presa di posizione di Gesù svela le sue intenzioni e tutto il significato del suo insegnamento, e anche il perché le autorità erano in conflitto con lui: il suo discorso era troppo impegnativo, ed esigeva una conversione di vita!

A noi questo brano del Vangelo deve servire come ‘specchio’ sul quale confrontarci.

Esso ci dice che la volontà di Dio non è precisata una volta per sempre in un certo numero di precetti che basta osservare: dobbiamo leggerla –questa volontà- negli occhi degli uomini che ci stanno intorno.

Quello che desideri fatto a te, fallo tu per gli altri: ecco la vera Legge e i Profeti!

Abbiamo un solo modi di amare: è l’amore del prossimo che è segno e prova autentica del nostro amore per Dio. “Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” scrive San Giovanni (1 Gv. 4,20).

Il Vangelo ci invita a credere in un mondo nuovo, e a costruirlo a poco a poco.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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