13 Ott

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

14 ottobre 2018

Dal vangelo secondo Marco 10, 17-30

“…… Maestro buono, cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?……”Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi ”. Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato, possedeva infatti molti beni …….”.

Il nostro brano mette in relazione tristezza e ricchezza, poiché quando il denaro da mezzo diventa fine condiziona l’agire dell’uomo che viene posseduto da ciò che possiede.

Il nostro brano suscita dunque varie domande. Prima di tutto si tratta di capire il senso della domanda dell’interlocutore e della risposta di Gesù, che sposta l’attenzione su Dio, definito ‘il solo buono’.

Un altro ordine di domande viene posto dal dialogo tra Gesù e i discepoli circa il pericolo della ricchezza. Ci si chiede se è proprio tanto difficile per i ricchi entrare nel Regno dei cieli, e perché i discepoli rimangono così sbigottiti dalle parole di Gesù.

Il primo momento è centrato attorno all’incontro di un ricco con Gesù (Matteo parla di un ‘giovane ricco’). Costui corre da Gesù spinto dal desiderio di avere una risposta ad un quesito che egli sente come urgente, e gli pone una domanda che è cruciale per ogni ebreo:”Che cosa devo fare per avere la vita eterna?” (v.17).

Le affermazioni di Gesù non trovano impreparato il suo interlocutore, che si trova in pieno nel cammino di una vita secondo la Legge. Per lui Gesù non ha detto ancora nella di nuova, ma ha ribadito il valore della Legge mosaica da lui rigorosamente osservata. Egli si è rivolto a Gesù non per avere una risposta tradizionale, ma per sentire qualcosa di nuovo, di diverso. Ha intuito in Gesù una novità, che però non è ancora riuscito a decifrare. Che cosa gli manca dunque?

Ecco allora che Gesù ritiene maturo il tempo per far compiere a quest’uomo il passo decisivo nella sua vita di fede, il vero salto di qualità.

Lo sguardo di Gesù penetra dentro la sua anima, scruta in profondità, vuol raggiungere il cuore.

Ed ecco l’indicazione gli  propone:”Una casa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; e vieni ! seguimi” (v.21).

Gesù chiede al ricco un duplice movimento: di separazione, di rottura con le ricchezze, e di avvicinamento a Lui, di distacco dai beni terreni e di accoglienza della volontà di Dio.

La proposta di Gesù non trova ascolto in quest’uomo che perde l’entusiasmo iniziale; la sua ricerca della vita eterna si esaurisce per adagiarsi nel possesso dei molti beni. Così egli se ne va avvilito: preferisce tornare al punto di partenza, sui propri passi, triste e sconsolato.

Nel secondo momento del nostro brano (vv. 23 – 30) Gesù non dice che le ricchezze sono cattive, ma stigmatizza l’attaccamento ad esse come un atteggiamento che è in contrasto netto con l’abbandono richiesto dalla fede.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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