21 Set

XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

22 settembre 2019

Dal vangelo secondo Luca, capitolo 16, versetti 1-13

“ Chi è fedele nel poco è fedele anche nel molto”

I versetti 5-7 del vangelo di oggi ci mostra l’amministratore che convoca i debitori del suo padrone: ha in mano i biglietti in cui è scritto che questi debitori riconoscono il loro debito verso il suo padrone; ora li invita a redigerne altri in cui il cento sarà sostituito rispettivamente da cinquanta e da ottanta. Naturalmente, nessuno dei debitori esita di fronte alla proposta dell’amministratore scaltro, del quale non è difficile capire il calcolo: quegli individui si riterranno obbligati a riceverlo in casa loro (v.4), sono diventati suoi complici e, se lui non ha più niente da perdere, essi hanno un interesse evidente che egli non parli. Egli li tiene in suo potere con la minaccia di un ricatto sempre possibile: Non è il caso di soffermarsi sull’attualità di tale situazione!…
La gente del mondo ha una grande abilità nel condurre gli affari. Quando sono in gioco gli interessi, si sanno prendere i mezzi efficaci, siano essi buoni o cattivi. Sarebbe bello incontrare la stessa ingegnosità nei figli della luce quando si tratta dei loro affari, della ricerca del Regno e della giustizia di Dio (cfr. Mt.6,33).
Le prime parole del versetto 8 suscitano molti interrogativi: “Il padrone lodò quell’amministratore disonesto”. Ma è chiaro qual è l’aspetto esemplare della condotta dell’amministratore disonesto e di quanti gli assomigliano: l’abilità dimostrata nel loro campo specifico dovrebbe stimolare i credenti a dimostrarsi altrettanto abili sul piano della realizzazione del messaggio evangelico.
La storia dell’amministratore disonesto trova, agli occhi dell’evangelista Luca, la sua autentica conclusione nella dichiarazione del versetto 9:” Ebbene, io vi dico, procuratevi amici con la iniqua ricchezza, perché quand’essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne”, che è ricalcato sul versetto 4: riflettendo sulla sua situazione, l’amministratore aveva pensato:” So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
I vv.10-12 ci presentano due sentenze:”Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto, e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto”. “Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera?”.
La delusione che molti uditori di questo brano evangelico proveranno è molto istruttiva: essi sono pronti a dire, con il fariseo della parabola: “Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini… (cfr.Lc.18,11). Certo, il Vangelo non approva la disonestà, ma l’esempio dell’amministratore disonesto dà l’occasione a due insegnamenti: il primo (v.8) è un invito a rendere conto delle esigenze del momento che si sta vivendo, della necessità di una risposta immediata e senza ripensamenti all’invito della grazia di Dio: la decisione fa presa ‘subito’, dopo potrebbe essere troppo tardi!
Il secondo insegnamento (v.9) è quello sull’uso del denaro, e l’atteggiamento cristiano è definito senza alcuna ambiguità: il denaro deve servire ad aiutare quanti si trovano nel bisogno.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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