21 Ago

XXI Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

26 agosto 2018

Dal Vangelo secondo Giovanni 6, 60-69

“Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero:”Questa parola è dura; chi può ascoltarla?”. Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? E’ lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla……” Disse Gesù ai dodici: “Volete andarvene anche voi?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna…”.

 

L’uditorio di Gesù avverte come lacerante e drammatica la scelta davanti alle sue parole, che parlano di un amore divino che si dona senza riserve. La crisi già latente scoppia inevitabilmente e coinvolge molti discepoli che abbandonano Gesù: “Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?”  (v. 60).

Per loro, come per il credente di ogni tempo, il discorso di Gesù risulta ‘duro’ da accettare, perchè urta contro la logica dell’uomo. La ‘durezza’ del discorso sta nella rivelazione di Gesù sulla propria persona e sul proprio destino. Infatti, accogliere il suo dono e “mangiare la sua carne per la vita del mondo” significa accettare anche il suo programma di vita.

Le difficoltà sollevate dai discepoli sono definite al versetto 61 come ‘mormorazione’: è lo stile di chi non vuol mettersi a disposizione di Dio, non vuole entrare in dialogo con Lui ponendosi in stato di vera obbedienza.

Gesù non vuole attenuare lo scandalo, anzi lo accentua perché si evidenzi la radice della loro  incredulità: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima?”(v.62).

Le difficoltà a credere saranno ancora più evidenti  di fronte al mistero della morte di Gesù, che solo nella fede apparirà come un salire al Padre e non uno scomparire.

Ma questa logica della fede contrasta con il punto di vista dell’uomo ‘carnale’: “E’ lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla” (v.63). Questa è la chiave del nostro brano. Potrà far parte del gruppo di coloro che seguono Gesù solo chi abbandona la logica del mondo per porsi sul piano dello Spirito di Dio, il quale insegna che solo l’amore è credibile, il che implica appunto la decisione della fede.

La Chiesa è una comunità che si dovrà sempre confrontare con l’inquietante domanda:”Volete andarvene anche voi?” (v.67). Viene il momento per il credente in cui la fede chiede una affidamento radicale, una rinascita, cioè un ricominciare, sempre più spogli, ad ascoltare la Parola e ad affidarsi allo Spirito del Signore.

Giungiamo così alla risposta di Pietro che confessa a nome dei Dodici di non sapere dove andare e che riconosce come non vi possa essere stabile dimora e vera vita al di fuori della comunione con Gesù: “Tu solo hai parole di vita eterna” (v.69).

 

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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