27 Lug

XVII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

28 luglio 2019
“Padre Nostro”

Dal vangelo secondo Luca, capitolo 11, versetti 1-13

Il tema centrale del vangelo di questa domenica è l’efficacia della preghiera fiduciosa e insistente.
L’evangelista Luca è particolarmente attento a trasmettere gli insegnamenti di Gesù sulla preghiera, mostra spesso Gesù che prega. Egli è infatti maestro di preghiera non solo con le parole, ma soprattutto con l’esempio.
Luca ci mostra Gesù in preghiera prima di insegnare il Padre Nostro ai discepoli, perché ciò che egli lascia a loro (e a noi) è la sua preghiera filiale.
“Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno” (v.2): questo versetto ci insegna che prima di esporre le nostre necessità, dobbiamo fare nostre le intenzioni del Padre. Non dimentichiamo che nella Bibbia il ‘nome’ significa la persona stessa.
La prima parte del padre Nostro è dunque una preghiera di fede e di speranza.
“Dacci oggi il nostro pane quotidiano” (v.3). Per vivere nell’attesa della avvento del regno, noi, deboli e peccatori, abbiamo bisogno di pane, di perdono, e di aiuto contro il male.
“Perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore” (v.4). L’ostacolo più grande alla nostra speranza nel Regno, come pure alla condivisione del nostro pane, è il peccato. E il perdono, senza il quale non potremmo vivere nell’amicizia con Dio e nella stima i noi stessi, ci è più necessario del pane. Ma non possiamo ottenerlo se non lo accordiamo ai nostri debitori.
“E non ci indurre in tentazione” (v.4). Non è immaginabile che Dio possa ‘indurci’ in tentazione. Qualche esegeta propone questa lettura:”Non lasciarci entrare nella tentazione”: dobbiamo quindi supplicare il Padre di evitarci di ‘entrare’ nella tentazione.
Segue a questo punto la parabola dell’amico importuno, che ugualmente inculca la fiducia nell’esaudimento della preghiera perseverante.
I versetti 9-13 sono l’applicazione della parabola. Gesù vuol dirci: poiché Dio nella sua bontà, non può non ascoltare la preghiera dei suoi figli, fate come l’uomo che picchia alla porta del vicino per avere del pane :”Chiedete e vi sarà dato (da Dio), cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto…(vv. 9-10).
I versetti finali riportano lo stesso insegnamento: il Padre, nella sua bontà, esaudisce la preghiera dei discepoli. E in questa luce, la stessa preghiera di domanda diventa adorazione. Essa esprime la fiducia dei discepoli, felici di ricevere dal Padre la forza di guadagnarsi ogni giorno il pane che si dividono e di avere da lui solo ciò che niente e nessuno può garantire: il perdono, la vittoria sulla tentazione, lo spirito santo che trasforma i cuori e permette di implorare, col Figlio e come il Figlio: “Abba!”.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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