24 Feb

VIII Domenica del tempo Ordinario – Anno A

“Nessuno può servire a due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza”.

Questa pagina si inserisce molto bene nel contesto del ‘discorso della montagna’; essa può essere considerata sia come sviluppo della prima beatitudine “Beati i poveri in spirito”, sia come una applicazione dell’invocazione: “dacci oggi il nostro pane quotidiano.

All’inizio del nostro brano abbiamo un’affermazione di principio (v.4). “Nessuno può servire a due padroni”; seguono alcune esortazioni di Gesù (vv. 25-32 : “Se Dio veste così l’erba del campo…non farà assai più per voi, gente di poca fede?”.

L’esempio degli uccelli che non seminano e non mietono non vuole proporre assolutamente atteggiamenti di disimpegno o fuga dal lavoro, ma ricordarci che non è l’uomo per il lavoro, ma il lavoro per l’uomo. Perché il lavoro, come la ricchezza può rendere schiavo l’uomo invece di aiutare il suo processo di liberazione.

Le esortazioni di Gesù si fondano sulla fedeltà di Dio creatore al suo amore per noi. Sulla stessa linea va interpretata la ‘sua giustizia’, che non deve far pensare a un Dio giustiziere, ma al Dio Padre di Gesù e nostro, che mostra la sua giustizia nell’essere fedele, compassionevole e misericordioso.

Ciò che Gesù enuncia in modo perentorio ci colpisce e ci mette sotto giudizio. Parla di ‘padroni’ e di ‘servire’; di ‘odio’\ ‘amore’\, e di ‘preferenza’\ ‘disprezzo’. Il suo linguaggio non potrebbe essere più chiaro!

Il denaro, il cibo, il vestito: tre realtà importanti con le quali non possiamo non misurarci. Ma: fino a che punto sono decisivi, tanto da diventare padroni? Chi è il signore del nostro cuore? Le cose, o il desiderio di essere ‘liberi’ per cercare il senso vero della nostra esistenza?

L’affermazione circa la provvidenza di Dio non solo non produce disimpegno, ma vuol portare il credente all’essenziale. Lo sguardo di Dio è uno sguardo che pro-vede, cioè ‘vede in anticipo’ e ‘vede in profondità’, vede cioè il desiderio dell’uomo e lo orienta.

Gesù invita a non affannarsi per il domani, ma a vivere ogni giorno come ‘oggi di Dio. Questa indicazione non è un’evasione dalla realtà, ma radica chi crede nell’oggi e chiama a viverlo davanti a Dio.

Alla fine  del  nostro brano (v.33) abbiamo un’altra affermazione di principio: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose v saranno date in aggiunta”.

Questo brano evangelico ci aiuta ad andare alla redice di noi stessi, ci invita a rispondere alla domanda fondamentale: “vuoi solo avere, o ti preme ‘essere’?”.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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