10 Feb

VI Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

11 febbraio 2018

Mc. 1, 40-45

“Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava e gli diceva: “Se vuoi puoi purificarmi!”. Lo toccò e gli disse: lo voglio, sii purificato!”

La parola di Dio propostaci oggi narra l’episodio della guarigione di un malato di lebbra.

Gesù ci accoglie come ha fatto con il lebbroso, ci dona la sua presenza e vuole tessere con noi una relazione sempre più significativa.

Un lebbroso si avvicina a Gesù, e Gesù si avvicina a lui: un movimento insolito, contro le ferree regole dell’isolamento prescritte a un tale malato. Contemporaneamente si verifica un avvicinamento fatto di un delicato “se vuoi” da parte del lebbroso, e di un generoso e perentorio “lo voglio” da parte di Gesù.

La guarigione inizia quando so di poter contare su un ‘tu’ che mi accoglie e vuole anche lui il mio bene.

In questi due movimenti, fisici e spirituali insieme, sta tutta la vivace dinamica del nostro brano.

Gesù tocca il lebbroso. Sono infrante le regole, redatte da una minuziosa casistica, che si trovano nei capitoli 13 e 14 del Libro del Levitico (come ci mostra la prima lettura di oggi).Il lebbroso non era un semplice malato qualunque: era un immondo. Con le vesti lacerate, i capelli scarmigliati, la barba velata in segno di lutto, doveva gridare: “ Immondo, immondo!”, per tenere lontane le persone. Il manto dell’impurità lo avvolgeva totalmente in tutte le sue direzione: religiose, sociali, personali.

Il lebbroso portava i segni del lutto e, oltre alla pena della malattia, doveva subire quella dell’emarginazione. Impossibilitato a stringere qualsiasi legame con i sani, era inesorabilmente abbandonato al suo destino di morte.

La precisazione dell’evangelista. “ ne ebbe compassione “ esprime dunque ben più di un istintivo sentimento di partecipazione al dolore altrui.

L’azione di Gesù che si accosta e tocca il lebbroso è un atto rivoluzionario che avvicina due mondi fino ad ora in rotta di collisione. Gesù abbatte muri secolari di divisioni, abolisce le frontiere, scavalca i pregiudizi, pone le basi per una nuova relazione tra gli uomini. I lontani sono vicini. Gesù, che è la Vita, lo tocca e gli ridona vita.

Segue poi la consegna del silenzio.

Il silenzio chiesto al miracolato ha anche la funzione di evitare una propaganda che favorisca l’accorrere a Gesù solo per avere benefici materiali. A lui piace creare un contagio che salva, e non solo un contagio che guarisce.

Ma l’ex lebbroso non tenne fede all’impegno del silenzio. Capiamo le sue ragioni; avremmo fatto così anche noi!

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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