08 Feb

V Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

09 febbraio 2020

Dal vangelo secondo Matteo: 5, 13-16:

Nel nostro brano c’è un’evidente cambio di prospettiva dalla lista delle beatitudini, a questa serie di detti circa il ruolo dei discepoli nel mondo.

Ma un legame si può cogliere tra l’ultima beatitudine (vv.11-12), circa i perseguitati e i calunniati ‘a causa di Cristo’, e la serie di appelli rivolti ai discepoli:

  • beati voi quando…vi insultano
  • voi siete sale…luce…

I martiri sono luce, sale, testimonianza a favore di cristo: motivo di rendimento di gloria e di grazie a Dio.

“Voi siete il sale…” (v.13).  Nel detto di Gesù, così denso ed essenziale, si intravede un appello ai discepoli, perché si accorgano che gli uomini attendono di essere ‘salati’, motivati dal loro stile di vita, dalle scelte fatte da chi ha incontrato Cristo. Quanto segue è davvero sconcertante (v.13b): se non si è più ‘sale’ utile per il mondo, si è destinati al rifiuto da parte di Dio e degli uomini.

“Voi siete la luce del mondo” (v.14): questa affermazione di Gesù richiama una ‘vocazione’che i profeti avevano già riconosciuto come rivolta da Dio al profeta-servo cui era richiesto da Dio  di essere “luce delle nazioni” (Is.42,6; 49,6).

La chiamata alla fede è chiamata a diventare, ad essere luce.

Irradiare luce è dovere, è servizio per i cristiani, è la prima irrinunciabile evangelizzazione.

Essere sale e luce per il mondo!

L’essere sale e luce per il mondo non è un dato acquisito una volta per sempre, ma è un evento che si rinnova ogni volta che chi crede ascolta la parola di Gesù trasmessaci nel Vangelo, e la mette in pratica.

L’appello conclusivo del nostro brano riporta al largo: il primo, fondamentale scopo dell’agire e dell’essere dei credenti è di  contribuire a che aumenti il numero di coloro che rendono gloria al ‘Padre che sta nei cieli’ (v.16).

Nel simbolismo biblico, ma anche nella vita quotidiana, conosciamo l’importanza del sale e della luce: bisogna essere ‘sale della terra’ e ‘luce del mondo’  perché i fratelli riconoscano  Dio, il Padre che è nei cieli, e gli rendano gloria.

Al discepolo è chiesto di essere testimone, mezzo, strumento, perché chi  accosta lui possa riconoscere la misericordia di Dio, e la sua vita prenda senso, gusto, colore e significato

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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