06 Feb

V Domenica anno B

Mc. 1, 29-39

 Il brano evangelico che ci propone la liturgia di questa domenica appartiene ai primi momenti della vita pubblica di Gesù. Egli ha inaugurato la sua predicazione con l’invito a ravvedersi per l’imminenza del regno di Dio, ha chiamato i primi quattro discepoli, inizio e fondamento visibile della comunità ecclesiale, ha compiuto il primo miracolo che riporta la vittoria su Satana, riscuote ammirazione per la sua predicazione.

Nel testo possiamo distinguere tre momenti: il miracolo di guarigione (vv. 29-31), un sommario sull’attività taumaturgica di Gesù (vv. 32-34) e la preoccupazione missionaria di arrivare a tutti (vv.35-39).

La vittoria su Satana, manifestata con il precedente miracolo, mostra fin dall’inizio la sua indiscussa superiorità.., anche se è bene ricordare che ai tempi di Gesù si attribuiva spesso alla febbre un’origine diabolica.  Il testo mostra l’assoluta sovranità di Gesù che anche in questo esercita il suo potere vittorioso sulla malattia, simbolo e richiamo di quella negatività che ha in Satana la sua massima espressione.

Tra i molti miracoli che Gesù compie, l’evangelista registra e privilegia la superiorità su Satana, perché particolarmente emblematica. Così pure nel sommario. Accanto al generico “ guarì molti che erano affetti da varie malattie”, viene aggiunto “ e scacciò molti demoni”.

Nel nostro caso, Gesù non ha timore a dare una mano amica che aiuta la donna a rimettersi in piedi.

Marco si serve del verbo ‘afferrare’ (reso in italiano con ‘prendendo’), quasi una presa forte che strappa la donna dalla sua posizione di malata e la rimette in piedi. Il suo servizio diventa la risposta operativa a un gesto di amore e di solidarietà.

Il Signore ci afferra la mano e ci rimette in piedi! Egli tende verso di noi la sua mano, in segno di comunione. Egli vuole darci fiducia e guarigione.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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