05 Feb

V DOMENICA A

Mc.1,29-39

Col vangelo di oggi siamo all’interno della giornata-tipo di Gesù a Cafarnao. I personaggi del racconto sono i discepoli, la suocera di Simone, e soprattutto i malati. Sono questi ad impadronirsi della scena e a giungere alla presenza di Gesù.

Il tema della malattia percorre il testo di Marco. La sofferenza tocca ogni uomo, ma «sperimentando nella malattia la propria impotenza, l’uomo di fede riconosce di essere radicalmente bisognoso di salvezza. Si accetta come creatura povera e limitata. Si affida totalmente a Dio. Imita Gesù Cristo e lo sente personalmente vicino» (Catechismo degli Adulti, La verità vi farà liberi, 1021). È la “conversione” alla quale sono chiamati i malati sanati da Gesù, anzi, alla quale siamo chiamati tutti noi.

Il verbo che Marco usa per dire la guarigione della suocera di Pietro («la sollevò», v. 31) è molto importante nel Nuovo Testamento, perché non ricorre soltanto nei contesti delle guarigioni (Mc 2,9.11; 5,41; 9,27) ma soprattutto nel racconto della risurrezione di Lazzaro (Gv 12,1.9) e di Cristo (ad es.: At 3,15; Rm 10,9). Come Gesù è stato capace di sollevare la suocera di Simone, così sarà capace di dare la vita ai morti.

Si chiarisce allora la strada che vuol farci percorrere Marco per arrivare a conoscere chi è Gesù: è colui che è “venuto” (“uscito”, alla lettera; cf. v. 38) agli uomini perché lo ascoltino e siano guariti dalle loro infermità.

E ora un dettaglio non secondario che si trova nella conclusione della pagina del vangelo di questa domenica. Il racconto della giornata di Gesù prosegue col riposo, e con Gesù che «al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: “Tutti ti cercano!”» (Mc 1,35-37).

Questa preghiera mattutina e personale sembra essere il modo in cui il Signore riconduce tutto al Padre: quello che ha vissuto dalla sera precedente, quello che lo aspetta nel giorno che continua. Senza la preghiera, nessun figlio dell’uomo riesce a fare unità nella propria vita.

Resta da comprendere meglio il senso della ricerca di Gesù da parte dei suoi. Il demonio aveva in qualche modo, nella sinagoga, tentato di esercitare un potere su Gesù, dicendo di sapere chi fosse quel rabbi di Galilea («io so»; Mc 1,24); ora è Pietro, insieme agli altri, che tentano di dominarlo. Qualcuno ha infatti notato la forza del verbo “cercare”, e la sfumatura di significato che veicola. La frase «“tutti ti cercano”, sotto le spoglie innocenti di un’informazione relativa ad “altri” suona in realtà come parola …, così parafrasabile: “Torna con noi a Cafarnao, perché tutti (noi compresi) giustamente ti pretendono per concludere le guarigioni iniziate”. (R. Vignolo).

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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