17 Apr

Pasqua di Resurrezione

Vangelo : S. Giovanni, Capitolo 20, versetti 1 – 9

“Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette”.

Dalla prima fino alla terza domenica di pasqua (Anno C) la liturgia ci propone la lettura dei capitoli 20 e 21 del Vangelo di S.Giovanni. L’intento di questo Vangelo non è tanto la ricostruzione puntuale di dettagli di cronaca, quanto la proposta di una storia da rivivere e da verificare, un itinerario di fede da ripercorrere.

Il racconto evangelico tende a plasmare i suoi lettori e a coinvolgerli nell’avventura della fede, che è entrare nel mistero del Risorto presente nella Chiesa, avendo come maestro lo Spirito santo.Importanti nella narrazione sono i personaggi, si potrebbero definire parafrasando Pirandello “personaggi in cerca d’attore”, in cui l’attore è il lettore di sempre. I luoghi in cui si svolge l’azione del dramma sono il sepolcro vuoto, e il ‘luogo’, il tempo è lo stesso: tutto avviene “il primo giorno della settimana”, cioè la domenica.

I personaggi chiave di questo itinerario che porta a riconoscere il Risorto sono la Maddalena, Pietro e il ‘discepolo amato’ (che è lo stesso S. Giovanni), Tommaso; tra un personaggio e l’altro, sia pure in scene diverse, ci sono antitesi provocate dal verbo ‘vedere’: c’è un ‘vedere’ che è un semplice osservare la scena (come fanno Maria e Pietro), e c’è un ‘vedere che penetra il mistero’ e approda alla fede (il discepolo amato): C’è chi è capace di vedere nei segni di morte il risorto, e chi è incapace di scoprirne la presenza nuova (Tommaso). Nella tensione tra il ‘vedere e il credere’ si trova il cuore del vangelo di Giovanni.

Il brano di oggi coincide con la prima scena di questa narrazione.abbiamo due movimenti che convergono nel sepolcro, in una progressione drammatica e significativa.

In un primo momento vediamo una Maddalena dagli occhi terreni, capaci di guardare, ma non di vedere: Maria cerca un cadavere rubato, in balìa di altri. Se l’evangelista ha cercato –come sembra- un’allusione nuziale, l’angoscia di Maria è quella della comunità dei discepoli che, come la sposa ansiosa del Cantico dei Cantici, cerca il suo Signore amato, e sperimenta il disorientamento della sua assenza.

I due discepoli da cui Maria di Magdala corre sono Pietro e un altro , ‘colui che Gesù amava’. Paradossalmente e significativamente è una donna( in quel tempo le donne erano prive di ogni credibilità e di diritti di testimonianza) a scuotere i due e ad essere in seguito la prima testimone del Risorto (versetto 18). La loro corsa ‘verso il sepolcro’ nel nostro evangelista è simbolo del cammino di ogni discepolo verso la fede nel mistero del Risorto.

Ancora Pietro fa la pessima figura dell’ostinato, incapace ancora di capire la morte come dono di amore e di vita; qui qualcosa però cambia. Il ‘discepolo amato’ arriva prima al sepolcro,, perché ha fatto esperienza dell’amore di Gesù, e ne è stato testimone alla croce; Pietro, pur reduce dal recente rinnegamento, si lascia ‘ribaltare’ e si mette alla sequela del discepolo fedele. Ma il discepolo amato non entra nel sepolcro, lasciando a Pietro la precedenza, e affermandone così la superiorità. Entrato nel sepolcro Pietro vede i ‘teli posati’ e il ‘sudario ripiegato’. Giovanni insiste sul fatto che i due testimoni vedono segni di morte che non stringono più un cadavere, come quello di Lazzaro, ma restano intatti, sistemare con fuga, a togliere ogni dubbio di trafugamento. Quando entra anche l’altro discepolo, “vide e credette”. Siamo al vertice della narrazione: significativo è il contrasto, nel greco, tra i due tipi di sguardo: mentre Pietro contempla, il discepolo amato ha uno sguardo più profondo che sfocia anella fede.Egli non sa ancora che Gesù è risuscitato, come dimostra la frase seguente “non avevano ancora compreso le Scritture” (v.9). Tuttavia, rispetto al vedere della Maddalena e di Pietro, questo vedere e credere segna un altro passo verso quella apertura che sarà piena e totale quando i discepoli vedranno il Crocifisso-Risorto in messo a loro; quella del ‘discepolo amato’ per ora è una intuizione d’amore, in linea con la fedeltà di sempre. Sarà ancora lui il primo a riconoscere il Risorto sulla riva del lago di Galilea: Per il momento ritornano a casa, forse con dentro il mistero di  una esperienza non comunicabile. Non basta intuire e pensare che Gesù è vivo, occorre sperimentarne la presenza e capire che ‘doveva’ risuscitare dai morti.

Solo dopo il dono dello Spirito, comprenderanno definitivamente e in pienezza le Scritture e ‘riconosceranno’ nel Risorto colui che ha portato a compimento il piano di Salvezza di Dio Padre.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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