18 Dic

IV Domenica di Avvento anno A

Mt. 1, 18-24

Natale è alle porte, introdotto dalla liturgia di oggi che ha una dimensione natalizia.

L’evangelista Matteo applica al concepimento di Maria l’oracolo di Isaia: “Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele” (Is.7,14). Accanto a questa rilettura vi è la figura di Giuseppe. E’ probabile  che Maria abbia detto a Giuseppe di essere incinta, anche se i testi non lo dicono, spiegandogli le modalità, ed egli, non avendo motivo di dubitare dell’onestà della fidanzata, cerca un modo per tirarsi indietro di fronte ad un progetto che lo supera.

Nell’apparizione a Giuseppe l’angelo non parla della concezione di Gesù, che è ormai avvenuta, ma si limita ad assicurargli la discendenza davidica (Mt. 1, 20.23): Gesù deve nascere a Betlemme che è la città di nascita di Davide.

Il senso dell’annuncio a Giuseppe si può condensare in queste domande: qual è la sua funzione nella nascita di Gesù? Quale sarà il suo compito nei confronti del bambino che non è suo, ma del quale deve garantire una appartenenza legale, in quanto Giuseppe è del casato di Davide?

Se Giuseppe avesse ripudiato la fidanzata incinta non di lui, lei sarebbe stata colpevole di adulterio e sottoposta alla lapidazione. Nessuno avrebbe potuto fare obiezione, perché Giuseppe avrebbe applicato la Legge. Ma Giuseppe cerca un’altra via: vuole rimandare la sua fidanzata in segreto, senza accusarla di adulterio. (v.19). Il testo però dice che Giuseppe “poiché era uomo giusto”: ma come può essere ‘giusto’ se cerca di non osservare la giustizia che la legge impone, cioè la condanna a morte per adulterio? Evidentemente non si tratta qui di una ‘giustizia legale’: Giuseppe è giusto perché uomo ‘vero’: non è lui il padre del figlio che deve nascere e non sarà lui a presentarsi al mondo come il padre che non è. Se Dio ha un suo progetto,  Dio troverà il mondo di realizzarlo con i suoi mondi, e non sarà certamente Giuseppe a contrastarlo.

La giustizia di Giuseppe non risiede nel suo essere ligio alla legge materiale, scrupoloso rispettoso della norma giudaica, ma egli è giusto perché valuta gli eventi, ne comprende in parte il senso, e sceglie il suo ruolo, che è quello di non essere un ostacolo. ‘Fa discernimento’ direbbe Papa Francesco.

L’anglo interviene per dire a Giuseppe che proprio per questa sua attitudine alla giustizia è stato scelto per essere il ‘custode legale’ del bambino che nascerà. E’ la prima adozione legale della storia, o almeno la più famosa!

Natale è l’annuncio della fedeltà di Dio all’umanità e l’abbandono in Lui di coloro che hanno incontrato il Bambino.

Natale è l’Amen di Dio sull’umanità che aspetta e cerca la salvezza, anche nei tempi difficili e tragici che stiamo vivendo.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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