23 Dic

IV Domenica di Avvento – Anno B

24 dicembre 2017

“Hai trovato grazia presso Dio”

Dal vangelo secondo Luca, Capitolo 1, versetti 26-38

L’avvicinasi dell’evento dell’Incarnazione orienta il nostro sguardo verso quello di Maria.

In questa domenica infatti Maria ci appare come la ‘donna della Pasqua’ e ci ricorda che il grande evento dell’Incarnazione è illuminato dalla morte-risurrezione del Figlio.

In questa splendida pagina del suo Vangelo, attraverso il dialogo tra la Madre di Gesù e il messaggero celeste, Luca ci dà un profondo insegnamento teologico, poiché presenta il ‘piano di Dio’ per la nostra salvezza.

Dopo un breve prologo (vv.26-27) che caratterizza la scena e i personaggi, viene il dialogo, che occupa la maggior parte del racconto ed è diviso in due parti dal versetto 34.  Un breve epilogo (v.38) conclude la scena.

La prima parte del dialogo è introdotta dal saluto dell’Angelo a Maria (v.28): ciò che era per Gerusalemme un futuro prossimo, diventa per Maria il presente immediato, poiché la ‘buona novella’ annunciata al Popolo eletto si concentra ormai su Maria. Ella deve esultare perché il Signore è “con lei” per essere con il suo Popolo.

E’ stato proposto di tradurre questo versetto con “Esulta, privilegiata, il Signore è con te!”.  Non si tratta infatti di un rispettoso saluto che attira l’attenzione sui meriti di Maria, ma di un gioioso invito che attesta il favore e la benevolenza di Dio e lascia intravedere la Sua prossima visita, preannunciata dai Profeti. Nuovo è il modo della realizzazione delle profezie, e tale modo è spiegato nella seconda parte del dialogo (vv.34-37).

Se la verginità non era il normale ideale di una donna israelita, il caso di Maria è singolare e Dio ha potuto preparare i suoi disegni su di lei ispirandole tale vocazione singolare.  Ella avrà dovuto a sua volta affidare a Lui la cura di ispirare a Giuseppe sentimenti conformi ai suoi.

Il versetto 35 è il più importante di tutto il dialogo tra l’angelo e Maria: parlando dello Spirito santo come di una Potenza che la coprirà con la sua ombra, l’angelo insinua chiaramente che questo Spirito svolgerà il ruolo di principio creatore e produrrà la vita nel seno di Maria, così come il Suo soffio creatore fu all’origine del mondo.

Creato direttamente da Dio come Adamo, Gesù merita dunque come lui di essere “chiamato figlio di Dio”.

Il “fiat” della vergine chiude la scena (v.38): Ella si affida con un generoso abbandono alle esigenze di Dio, all’opera che Egli comincia in Lei.

Tutto il racconto si basa sull’esperienza religiosa di Maria, misteriosa sì, ma di una ineffabile ricchezza e di una reale storicità.

Il mistero della venuta del Figlio di Dio nel mondo è il coronamento di tutte le tappe che nell’A.T. hanno preparato tale venuta. La prima lettura di questa IV Domenica di Avvento (II Sam.7,1-16) mostra un Dio che rifiuta il tempio materiale che Davide vuole costruire, ma gli promette in cambio una “casa” eterna. Questa promessa si è compiuta in Maria, divenuta “l’arca dell’alleanza” dove  il Figlio di Dio è venuto ad abitare in mezzo agli uomini.

 

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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