16 Mar

II Domenica di Quaresima – Anno C

17 marzo 2019

Dal vangelo secondo Luca 9, 28-36

“…Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante…Pietro disse a Gesù:”maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè, una per Elia” … Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse,….E dalla nube uscì una voce, che diceva:”Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo”….

L’episodio della trasfigurazione solleva un lembo del velo che ricopre il mistero del Cristo.

Sottolineando in modo originale il rapporto tra preghiera e trasfigurazione, Luca richiama la nostra attenzione sulla serenità del Cristo, immerso nella comunione del Padre.

La proposta di Pietro (v.33) cade nel vuoto: non tocca agli uomini costruire una tenda per ospitare Dio, Dio stesso li avvolgerà nella nube della sua presenza. E’ a quel punto che i tre discepoli saranno presi da timore. In Luca il timore coincide con la presenza di Dio, significata appunto della nube. I tre testimoni sanno che ‘vedere Dio significa morire’; ricevono invece una rivelazione: colui che Gesù conduce con sé, viene preso dalla nube. Bisogna dunque accompagnarlo, salire con lui a Gerusalemme, condividere la sua sorte. Questo è il senso della parola che esce dalla nube: “Questi è il Figlio mio, l’eletto. Ascoltatelo” (v.35).

Mosè ed Elia si ritirano (v.36), i tre discepoli prendono il loro posto nella missione profetica (cfr. Atti 15,32). Ma per il momento tacciono. Gli Atti ci mostreranno ciò che darà il via alla loro testimonianza: la discesa dello Spirito santo. Da quel momento non saranno più capaci di tacere (Atti 4,20; 10,41), testimoniando tutto ciò che hanno visto.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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