16 Apr

II DOMENICA DI PASQUA “A”

Gv.20,19-31

Le apparizioni di Gesù risorto sono state il mezzo perché rinascesse la fede nel cuore degli apostoli. I loro occhi lo vedono e gli occhi dell’anima si aprono alla fede: allora il Risorto sparisce ai loro occhi di carne, perché essi sono ora entrati nella vera comunione col Cristo.

Possiamo suddividere il nostro testo in tre sezioni:

vv.19-23: L’apparizione del risorto ai discepoli,

  1. 24-29: L’incontro con Tommaso,
  2. 30-31 Conclusione

Nel primo quadro i discepoli sono attanagliati dalla paura (v.19), nel secondo Tommaso è incredulo (v.25); al v.28 l’apostolo risponde a Gesù: “Mio Signore e mio Dio!” (v.28). E’ avvenuto un passaggio dalla paura alla gioia, dall’incredulità alla fede, dalla morte alla vita: sono le conseguenze della presenza del risorto nel cuore dei discepoli.

L’apparizione del risorto. L’attenzione dell’evangelista nella prima scena è posta sulla paura dei discepoli, paura che è sempre sintomo e indice della mancanza di fede. La pace che dona Gesù fa passare dalla paura alla gioia, e dalla gioia alla missione: “Come il padre ha mandato me, anch’io mando voi” (v.21). E perché la missione sia efficace il risorto invia lo Spirito (v.22).

L’incontro con Tommaso. Se gli undici hanno paura, Tommaso è incredulo. Egli esige più di quanto è stato offerto ai discepoli: “Gesù aveva mostrato loro le mani” (v.20), ma Tommaso vuole sia vedere che toccare.

Tommaso è come ogni uomo che crede soltanto se vede. ma la fede esige il superamento di ogni esperienza sensibile.

La seconda apparizione di Gesù ricalca quella precedente, ma qui Tommaso si ‘accontenterà’ di vedere senza toccare, e soprattutto pronuncerà quella confessione di fede che costituisce uno dei vertici del quarto vangelo (v.28).

Tommaso non crede se non vede, e Dio si adatta all’uomo perché creda. Appare il Risorto e gli dice: “Metti qua la tua mano…”. Tuttavia Tommaso, appena vede il Risorto, va oltre e in Lui riconosce il suo Dio. Crollano tutte le difese ed esclama: “Mio Signore e mio Dio!”. E’ la professione di fede più alta del Vangelo di Giovanni.

Se Tommaso giunge a questa fede grazie alla visione, noi saremo beati se crederemo grazie alla parola dei testimoni.

“Questo è il significato dell’apparizione di Gesù a Tommaso: Il Signore vuole affermare che sono beati coloro che pur non avendo visto, crederanno, che cioè non avranno avuto bisogno di appoggiarsi a dei segni per entrare nel mondo della realtà ultima, nel mondo della presenza divina, in cui ci ha introdotto Gesù con la sua risurrezione.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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