16 Gen

II Domenica Anno B

17 gennaio 2021    

Dal vangelo secondo Giovanni 1,35-42

“Giovanni… fissando lo sguardo su Gesù che passava disse:”Ecco l’Agnello di Dio!”. E i due discepoli, sentitolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: “Che cosa cercate?”. Gli risposero:”Rabbì dove abiti ?”. Disse loro: ”Venite e vedrete”…

Il vangelo di oggi ci offre un esempio di chiamata. Qui il Signore non chiama direttamente, ma è la testimonianza resa dal battista che provoca la sequela verso Gesù da parte di alcuni suoi discepoli.

Il tema fondamentale di tutto il Vangelo di Giovanni è cercare Gesù e scoprire chi è.

Gesù è il luogo di rivelazione, anzi il Rivelatore che il discepolo accoglie nella fede. Lo conferma anche la forte concentrazione di titoli cristologici: Agnello di Dio (v.36), Rabbi (v.38), Messia (v.41). L’interesse fondamentale del nostro brano si concentra dunque sull’origine della fede e sulla sua trasmissione mediante la testimonianza.

Siamo di fronte a un itinerario di fede e a una scoperta del mistero di Gesù, attraverso la graduale conoscenza e adesione.

Le prime parole che Gesù pronuncia nel quarto vangelo sono la prima e fondamentale domanda che è rivolta ad ogni uomo che vuole seguirlo:” Che cercate?” (v.38). La sua domanda stimola una riesposta: è un invito per il discepolo a chiarire a se stesso che cosa cerca realmente nella vita e cosa pone al centro di essa. Ogni discepolo deve chiarire il senso ultimo del suo cammino interiore: Gesù bisogna cercarlo, perché egli si concede solo a chi lo cerca impegnando tutto se stesso.

“Dove stai?” (v.38). All’interrogativo dei discepoli il Maestro risponde: “Venite e vedete” (v.39): non si tratta di ammirare qualcuno, ma di fare esperienza di una persona, di entrare in intimità con Lui.

Vedere dove sta, per rimanere con Gesù è l’invito a una diretta esperienza personale con Lui, intraprendendo un cammino di fede, fino a riconoscere in Lui il Messia, e con questa certezza, chiamare altri alla sequela del Maestro.

Il nostro brano evangelico ci mostra come alla base di ogni cammino di fede ci sia un incontro con Dio. Egli smette di essere un estraneo, un’idea, e diventa un Tu con cui intessere un dialogo, con cui iniziare a vivere una storia: Egli fa irruzione nella nostra vita e fa sì che, dopo averlo incontrato, continuiamo a cercarlo.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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