01 Feb

Festa della Presentazione del Signore – Anno A

2 febbraio 2020

“La grazia di Dio era sopra di lui”

Dal Vangelo secondo Luca, capitolo 2, versetti 22-40

La festa della Presentazione al tempio fa da ‘ponte’ tra Natale e Pasqua. La Madre è l’anello di congiunzione tra i due eventi della salvezza, sia per le parole che le vengono rivolte da Simeone, sia per il gesto di offerta del Figlio.

Siamo di fronte al primo e più grande ‘offertorio’ dell’unico vero sacrificio a Dio gradito, simbolo e profezia di quello che avverrà al Calvario.

Maria, la Madre di Dio, si sottomette alle prescrizioni della legge per la nascita di un bambino di famiglia povera.

Ma il centro della scena è costituito da Simeone “uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto di Israele”, e dalla sua profezia.

Il vecchio Simeone, che ha speso la sua esistenza a servizio di Dio, è ora felice di potere, prima di prendere congedo dalla vita, contemplare con i suoi occhi il volto del Salvatore. Egli vede in quel bimbo Dio stesso, che attraverso il mistero della sofferenza salverà il mondo.

Il suo è un saluto festoso unito a una confessione di fede. Anche a Maria predice il coinvolgimento nel destino del Figlio, e  la partecipazione  a questa prova di amore tramite il dolore: “A te una spada trafiggerà l’anima” (v.35). La ‘luce che illumina le genti’ (v.32) passa attraverso l’oscurità e il dolore.

Al versetto 36 Luca introduce l’episodio della profetessa Anna: la legge giudaica esigeva infatti la deposizione di due testimoni per garantire l’autenticità di un fatto.

Anna riconosce in Gesù il Messia e diffonde la notizia della sua venuta “a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme” (v.38). Simeone e Anna esprimono, con la loro età, la lunga attesa dell’umanità, e sono indiscussi testimoni della venuta del Redentore.

Tutta la scena della presentazione di Gesù al tempio suggerisce la teologia che sottostà al nostro brano: l’antica alleanza cede il posto alla nuova.

L’evangelista conclude la scena biblica descrivendo la ‘vita nascosta’ di Gesù a Nazaret (v.40). Il Figlio di Dio fatto uomo si sottomette alle leggi naturali della crescita, e realizza la missione affidatagli dal Padre in totale fedeltà ai limiti e alla fragilità della condizione umana.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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