Epifania – Anno B
Mt. 2, 1-12
“Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”
Il passo dei magi, nel Vangelo di oggi, mostra tematicamente l’epifania del Signore a tutti i popoli: all’arrivo dei magi ci fu in un certo senso un terremoto, e non solo alla corte di Erode, ma in tutta Gerusalemme. L’universalità della salvezza sconvolge gli schemi chiusi e rigidi, determina il crollo di tutte le barriere che dividono gli uomini.
Se nell’esodo la colonna di fuoco illuminò gli Ebrei e ottenebrò gli Egiziani, nel racconto di Matteo assistiamo ad un’inversione della storia della salvezza: la stella radiosa del mattino rischiara il cammino dei cristiani e oscura quello del popolo eletto; il Messia questa volta è perseguitato nella sua patria e deve mettersi in salvo in quel regno, l’Egitto, che un tempo opprimeva e minacciava di morte il suo popolo.
Gerusalemme ha improvvisamente rinunciato alla sua luce e questuasi è spostata altrove, per sorgere in ogni luogo che ha accolto la Luce del mondo. Brilla ora su tutte le nazioni che hanno trovato Cristo e lo hanno adorato come il Messia e il Signore.
Il passo dei Magi, dell’Epifania del Signore a tutti i popoli, può essere suddiviso in due parti; la prima ha per scenario Gerusalemme, con la sua reggia e il suo re (vv.1-8), la seconda Betlemme con il suo Messia davidico (vv.9-12).
L’ironia dei versetti iniziali è forte: arrivano a corte personaggi accreditati da regni dell’Oriente, studiosi, rappresentanti autorevoli dei loro popoli, e chiedono di comparire davanti a un re diverso da quello che abita a corte.
Il cammino dei magi riprende sotto la luce della stella, ma dopo che essi hanno interrogato le Scritture e dimostrato ai detentori dell’Antico testamento quello che loro stessi hanno trovato scritto nei profeti, che cioè il Messia doveva nascere a Betlemme ( v.1) e che Gesù è figlio di Davide.
Siamo tutti, come i magi, ricercatori dell’Assoluto, e la nostra ricerca non è impossibile né inutile: sa di approdare alla certezza dell’incontro.