15 Mar

Quaresima: tempo sacro di Penitenza e Riconciliazione

“La misericordia di Dio sarà sempre più grande di ogni peccato”. Le parole di Papa Francesco ci scuotono, ci toccano nel profondo e ci lasciano intravedere che “Dio è sempre là, sempre pronto a donare e perdonare”, come scrive Henri Nouwen, “una delle più grandi provocazioni della vita spirituale è ricevere il perdono di Dio. C’è qualcosa in noi esseri umani, che ci tiene tenacemente aggrappati ai nostri peccati e non ci permette di lasciare che Dio cancelli il nostro passato e ci offra un inizio completamente nuovo. Qualche volta sembra persino che io voglia dimostrare a Dio che le mie tenebre sono troppo grandi per essere dissolte ”.

La Quaresima è certamente il tempo del rinnovamento spirituale, della conversione, l’occasione per fare esperienza della misericordia di Dio. Come ci ricorda il Santo Padre, “la celebrazione della misericordia avviene in modo particolare con il sacramento della riconciliazione,momento in cui il Padre ci viene incontro per restituirci la grazia di essere di nuovo suoi figli”. E’ importante ritrovare la centralità di questo sacramento nella vita cristiana. Come predisporci alla riconciliazione? <<Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono>> (Mt 5,23-24). Uscire da noi stessi per aprirci agli altri: questo può essere il primo passo.

Matteo vive con profondità il sacramento della Riconciliazione, vi si accosta con cadenza settimanale: per lui la Confessione è un momento prezioso di incontro con Dio, prepara con cura il suo esame di coscienza.

Quel momento rappresenta per Matteo l’ incontro in cui “lavarsi da ogni colpa e purificarsi da ogni peccato”, che non si esaurisce nello sperimentare la grazia del perdono di Dio, ma diviene motivo per iniziare ogni volta un cammino in cui riflettere agli altri “la carezza di perdono ricevuta da Dio”, perché come ci ricorda Papa Francesco, “Dio non perdona con un decreto, ma con una carezza”. Matteo prende a cuore le situazioni  quotidiane che lacerano le relazioni tra i suoi coetanei, soffre per le divisioni, per le ingiustizie, per le offese, affida tutto a Dio e invita chi gli è accanto a sperimentare la Sua misericordia, ad abbandonarsi a Lui con fiducia, per poter rispondere a chi ci ferisce con l’insegnamento di Cristo, l’amore: <<e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori>> (Mt 6,12).

Matteo comprende l’importanza di sperimentare in prima persona il perdono per accostarsi al perdono di Cristo, perdonando e lasciandosi perdonare dai fratelli, superando ogni risentimento e ostacolo perché “gioia e risentimento non possono coesistere. Questa esperienza di non essere capace di partecipare alla gioia è l’esperienza di chi ha il cuore colmo di risentimento” afferma Nouwen. Così Matteo scrive “l’amore verso Dio e verso gli altri, quello che dovrebbe essere lo scopo della vita di ognuno. E’ difficile però realizzarlo, ed il problema è dovuto al fatto che si può raggiungere quest’obiettivo solo crescendo insieme a Dio”.

Nelle sfide quotidiane, da giovane tra i giovani, Matteo sceglie di sposare il messaggio di Gesù <<“Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?” E Gesù gli rispose: “Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”>>. Matteo offre le piccole e grandi sofferenze quotidiane e continua a guardare al suo prossimo con l’amore fraterno di chi sa che “chi ci fa soffrire e ci ferisce, spesso non ne ha contezza, poiché accecato dalla sua personale sofferenza, dobbiamo essere accoglienti anche quando è difficile”, così ripeteva spesso e non mancava di ricordare quanto ciascuno di noi potesse involontariamente trovarsi a ferire gli altri e allora ripeteva “non dobbiamo mai dimenticare che ciascuno di noi potrebbe sempre essere dall’altra parte, a chiedere perdono perché realmente pentito, sarebbe doloroso non essere perdonati. E se Dio facesse così con noi per ogni nostra mancanza e offesa?”.  Come ci ricorda il Santo Padre, “Dio non si stanca mai di perdonarci, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere il perdono”.

Il proposito della Quaresima potrebbe essere quello di vivere la riconciliazione come primo passo per poter partecipare con cuore libero alla Resurrezione di Cristo, che al termine della sua Passione ci fa un grande dono d’amore, affidandoci l’insegnamento del perdono per eccellenza <<Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno>>. (Lc 23,34)

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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