21 Feb

“Gli inquieti vedranno Dio”

“La misericordia ha sempre il volto giovane e un cuore che ha il coraggio di lasciare le comodità, che riesce ad abbracciare tutti”; queste parole che papa Francesco disse ai giovani della GMG a Cracovia il 28 luglio 2016 mi sono sembrate proprio le più belle e le più adatte a Matteo; un volto giovane sprizzante di gioia vera, che nasce dall’intimo e dalla consapevolezza che si sta cercando il bene, il vero Amico, che guarda avanti lasciandosi alle spalle quello che per molti, per quasi tutti, sono giudicate conquiste: soldi, ultimi ritrovati della tecnologia, comodità, successo, soddisfazioni magari appaganti al momento, ma effimere. Matteo era uno che guardava avanti e riusciva ad abbracciare tutti; i vicini, come gli amici, i compagni (anche quelli che magari lo sfottevano per il suo atteggiamento maturo e responsabile), la famiglia, la parrocchia… e i lontani, come i missionari ma anche i lontani spiritualmente, quelli, specie gli amici, che erano lontani da Gesù, che vivevano lasciando che i giorni scorressero via senza impegno e senza progetti e che Matteo voleva a tutti costi “contagiare” e portare a Gesù.

La Quaresima, come ci hanno sempre insegnato, è tempo di misericordia; ci dobbiamo “convertire”, ossia avvicinare di più a Dio, avvertendo la necessità del suo amore e del suo perdono. La misericordia, possiamo dirlo, allora può avere il volto di Matteo. Ma cosa cerchiamo in questo volto che ci sorride dalla sua immagine che penso tutti noi abbiamo?

La risposta l’ho trovata in alcune espressioni che Matteo scrisse ad una monaca di clausura con la quale aveva stretto una profonda amicizia spirituale: “Voglio fermamente rinnamorarmi di Dio. Non che adesso non gli voglia bene, ma desidero riscoprire quel rapporto fantastico che ti riempie la vita e ti dà la gioia in tutte le azioni. Lo so che esiste, ma probabilmente l’ho lasciato cadere in fondo l’anima e si è impolverato!”; “se non amo abbastanza Dio è perché non lo conosco abbastanza, perché conoscerlo vuol dire amarlo, me ne rendo sempre più conto”.

Forse anche noi abbiamo lasciato impolverare il nostro rapporto con Dio in fondo all’anima? Questo tempo forte che si sta aprendo potrebbe dunque essere l’occasione buona per una spolveratina efficace…. Riprendere, come diceva Matteo, la conoscenza di Lui; perché con Lui è come con una persona: più la conosci, più la stimi e le vuoi bene. Il mezzo per innamorarci di Dio e prima ancora per migliorare la nostra conoscenza di Lui può indicarcelo Matteo. Lui, ogni giorno, leggeva una pagina del Vangelo come ora papa Francesco ha detto tante volte. Voglio riportare un ricordo del papà di Matteo: “spesso Matteo al mio ritorno dal lavoro, era sempre preso dallo studio seduto alla scrivania nella sua stanza, lo salutavo e lo invitavo a stare con me e lui mi rispondeva sorridendo di non aver ancora fatto il suo dovere e che a causa di diversi impegni, non aveva ancora letto la pagina del Vangelo del giorno;  diceva che non desiderava dimenticare di leggere la pagina del Vangelo che per noi battezzati è come una bussola per orientarci al bene con la parola di Dio fatto carne viva e che vive con noi oggi”.

Potrebbe essere questo un buon suggerimento per la Quaresima? Un brano del Vangelo alla sera… pochi minuti donati a Dio; una spolveratina in fondo al cuore…

La Quaresima è anche un tempo di cammino alla ricerca del volto di Dio, un tempi di inquietudine; papa Francesco, il 10 febbraio 2015, nella sua omelia mattutina ha detto: “Chi non si mette in cammino, mai conoscerà l’immagine di Dio, mai troverà il volto di Dio. I cristiani seduti, i cristiani quieti non conosceranno il volto di Dio: non lo conoscono. Dicono: ‘Dio è così, così…’, ma non lo conoscono. I quieti. Per camminare è necessaria quella inquietudine che lo stesso Dio ha messo nel nostro cuore e che ti porta avanti a cercarlo”.

Anche qui mi viene spontaneo riflettere su queste parole di Matteo: “Come sarebbe bella una vita piena di amore, come quella di San Francesco: vivere come Gesù ci ha insegnato e chiesto, così che l’amore ci faccia guardare con occhi diversi ogni cosa. Beh, una vita così la auguro a tutti; io stesso la sogno, ma forse è bene staccarsi da questo “sogno”, forse è bene cercare la volontà di Dio nella semplicità di ogni giorno”. E certamente Matteo l’ha cercata questa volontà, l’ha amata, l’ha fatta sua non standosene quieto quieto ad accontentarsi dei risultati raggiunti; nemmeno la malattia l’ha fermato in questa ricerca di Dio, in questa inquietudine che fa i santi perché camminano e guardano sempre avanti; l’inquietudine che porta a non accontentarsi della fede personale, ma a volere che anche gli altri conoscano Dio e lo amino: “perché come io ho conosciuto Te per mezzo di altri, così anche chi non crede possa conoscerti attraverso me”.

Con la mano nella mano di Dio un passo alla volta: “io sto facendo tutto così, un passo per volta, ma se qualcuno mi chiede cosa troverò due passi dopo, non so…”. Alla mamma diceva spesso: “Vedo la mia vita passo passo”, mi fido di Dio, ma non sto fermo come dice papa Francesco.

Forse anche questo potrebbe essere un suggerimento buono per la Quaresima: camminare nell’Amore vivendo la vita passo passo fino a Lui.

E’ l’augurio che faccio a me e a tutti noi, con la prospettiva che, a Dio piacendo, presto ci ritroveremo di nuovo a festeggiare Matteo concludendo il processo diocesano che insieme avevamo aperto il 19 settembre 2016. Preghiamo perché questo traguardo si possa raggiungere, ma soprattutto sarebbe bello ritrovarci quel giorno così, come Matteo si augurava per lui e per noi che gli vogliamo bene: “Continuiamo a pregare vicendevolmente, perché lo Spirito Santo possa illuminarci ad agire bene e fare ciò che Lui vuole”.

Dott. Francesca Consolini

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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