XXXIII Domenica anno C
Dal Vangelo secondo Luca 21, 5-19
Il testo evangelico di oggi non parla della fine del mondo , ma di ciò che avviene ‘prima’ (v.9.12), nella storia, che appare così il tempo della faticosa perseveranza.
La frase conclusiva del vangelo di oggi:”Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime” riassume bene la risposta alla fedeltà a Dio. La fede è infatti l’incontro di due fedeltà e la serietà della vita del credente si dimostra proprio nella perseveranza.
Gesù offre il suo insegnamento sulle ultime cose. Lo fa con un discorso che prende l’avvio dall’ammirazione dei discepoli per la magnifica costruzione del Tempio (v.5). Ma Gesù li raggela dicendo: “Verranno giorni nei quali, di tutto quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta” (v.6). L’osservazione di Gesù però va oltre la profezia della fine della ciclopica costruzione erodiana. I discepoli rimangono esterrefatti e chiedono allarmati: “Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?” (v.7).
La risposta di Gesù offre ai discepoli non una serie di previsioni, ma una lettura profetica della storia.
L’insegnamento del discorso escatologico non vuole soddisfare i loro interrogativi, ma rendere i discepoli consapevoli e responsabili delle decisioni che dovranno prendere. La data della fine resta misteriosa e segreta, ma l’attenzione si deve concentrare sul ‘come’ prepararsi e sul ‘che cosa fare’ nell’attesa del compimento della storia.
L’insegnamento di Gesù comincia con l’ammonimento ai suoi ascoltatori perché non si lascino prendere dall’angoscia di fronte al futuro, e con l’esortazione a non lasciarsi ingannare (v.8). Le numerose sciagure, che non mancheranno mai nella storia, non devono alimentare una spiritualità della fuga dal mondo e del pessimismo. Gesù chiede lucidità e discernimento: “…… prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine” (v.9).
La seconda richiesta (v.12) suona perciò come un invito alla testimonianza coraggiosa: nelle circostanze drammatiche il discepolo sentirà il conforto dell’aiuto e della vicinanza di Gesù (vv.15-16). Così l’ostilità, che apparentemente sembrerebbe essere solo un impedimento al Vangelo, potrà paradossalmente tradursi in qualcosa che ne favorisce l’annuncio e l’accoglienza.
“Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto” (v.18). Questa promessa non riguarda però l’incolumità fisica, dato che appena prima Gesù ha predetto anche il martirio per i suoi (v.16). Piuttosto assicura loro che proprio con la forza del suo aiuto essi potranno rimanergli fedeli anche nelle prove estreme.
L’insegnamento e l’incoraggiamento di Gesù vengono splendidamente sintetizzati nella frase finale del nostro brano: “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita” (v.19).
Il discorso escatologico in Luca vuole infondere il coraggio di affrontare la vita in modo sereno e costruttivo,ad una comunità messa alla prova dalla persecuzione dell’ambiente circostante, e che ha vissuto la tragedia della distruzione di Gerusalemme, ma anche a noi che viviamo un ‘oggi’ altrettanto tribolato.