XXXIII Domenica anno B
Mc. 13, 24-32
Il nostro brano ci presenta la parte finale del capitolo 13 del vangelo di Marco, e consiste in tre piccole sezioni: la prima parla della venuta del Figlio dell’uomo (vv.24-27), la seconda illustra con la breve parabola del fico la necessita di rendersi conto del tempo presente (vv. 28-29), la terza assicura il valore delle parole dette (vv.30-32).
I versetti 24-27 sono il cuore di tutto il discorso e danno la certezza della vittoria di Cristo, la cui figura si offre allo sguardo degli aletti: “Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria” (v.26). E’ questa la novità che è stata preparata per coloro che hanno saputo affrontare la battaglia della fede, resistendo alla seduzione dei falsi profeti e sono rimasti ancorati alla parola di Cristo: “Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo” (v. 27).
La parusia, ossia la venuta finale del Cristo glorioso, è il coronamento di una vita spesa per Lui e da Lui abbondantemente ricompensata.
Senza specificarlo, il nostro testo allude alla vita eterna, al Paradiso: la venuta di Cristo ha lo scopo di riunire i suoi.
Poiché la Sua venuta è l’evento conclusivo della storia, termine del tempo e inizio dell’eternità, occorre essere saggi e vivere in operosa attesa. La saggezza consiste essenziale mene nel riconoscere i segni del tempo finale.
La breve parabola del fico invita ad essere attenti per riconoscere i giorni del tempo finale, come gli abitanti della Palestina si accorgono dell’avvicinarsi dell’estate, quando vedono il fico coprirsi di larghe foglie.
Ricca soltanto della parola del suo Signore la comunità cristiana potrà affrontare avvenimenti drammatici e respingere i falsi profeti che proclamano parole inconsistenti. La tentazione di cercare una parola più facile e comprensibile è allettante, ma non porta a nessuna positiva conclusione.
Il discorso non culmina in una visione di giudizio, ma in una stimolante promessa per gli eletti: non siamo più di fronte al tono apocalittico, spesso tenebroso, ma al vangelo, lieta notizia per tutti gli uomini.