07 Nov

XXXI Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

4 novembre 2018

Dal Vangelo secondo Marco 12, 28-34

“….Qual è il primo di tutti comandamenti?”….”Il primo è: Ascolta Israele: Il Signore Dio nostro è l’unico Signore…E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi”.

La discussione di Gesù  con i rappresentanti delle varie realtà religiose del giudaismo dell’epoca riguardano questioni veramente nevralgiche come il potere, l’essenza della religione, la risurrezione.

Gesù non cade mai nella rete che gli tendono i suoi avversari, che tentano di trovare gravi motivi per poterlo incriminare davanti all’autorità religiosa ebraica o a quella civile romana.

Nel nostro brano evangelico appare in scena un pio scriba che si avvicina a Gesù per porgli una domanda senza alcuna intenzione malevola. La domanda dello scriba consente a Gesù di esprimere in modo chiaro il centro del suo messaggio, il cardine delle sue esigenze.

La risposta che dà alla domanda del dottore della Legge si articola in due momenti. Anzitutto rimanda all’‘Ascolta Israele’, al quale associa il precetto di Lv.19,18 sull’amore del prossimo. Marco non subordina un comandamento all’altro ma chiarisce che è l’amore di Dio all’origine dell’amore verso il prossimo.

Amare Dio vuol dire credere in lui, fidarsi della sua promessa e dare verità all’ascolto della sua parola, praticando i comandamenti. Questa è l’unica vera risposta  che il credente può dare al Dio che lo ama per primo e che gli offre la sua Alleanza.

Il vero amore per Dio ha inoltre un nesso inscindibile con l’amore per il prossimo.

Ma qual’è il significato dell’amore per il prossimo nella prospettiva di Gesù? Egli introduce il concetto nuovo di prossimo, che riguarda non solo l’amico o il consanguineo, ma anche l’estraneo e perfino il nemico.

Gesù stesso mostra la perfetta realizzazione di questo concreto amore esprimendo la sua profonda compassione per ogni persona bisognosa, e il suo discepolo scopre in Lui il modello a cui ispirarsi circa il rapporto con gli altri.

Riportando le parole di consenso con Gesù  espresse dallo scriba (vv.32-33), Marco offre una catechesi alla sua comunità, indicando una prospettiva di totalità e radicalità.

La conclusione del brano evangelico presenta Gesù mentre loda lo scriba e riconosce che nel suo cuore è già all’opera la forza del Regno.

Lo scriba non ha ancora compiuto il passo decisivo per la fede cristiana, ma è però in cammino verso questo incontro (v.34).

Gesù sintetizza la volontà di Dio nei comandi dell’amore per Dio e per il prossimo. L’ascolto è già movimento di amore: esso conduce alla conoscenza e dalla conoscenza all’amore, in quanto ascoltando ci si apre all’altro e si ospita la sua presenza.

 

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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