XXXI Domenica Anno B
Gesù ha suscitato ostilità e dispute tra i capi dei sacerdoti e scribi ed anziani del popolo. In questo contesto Marco inserisce il racconto dell’incontro tra Gesù e uno scriba, che si avvicina a lui con animo aperto e leale, e gli pone una domanda non oziosa: all’epoca si individuavano nella legge di Mosè ben 248 comandamenti e 365 divieti. La questione di quale fosse il più importate era perciò motivo di discussione.
Gesù va all’essenziale, risponde con le parole della preghiera che gli ebrei recitavano tre volte al giorno. L’ “Ascolta Israele”, tratto da Dt. 6, 4s.
L’ascolto è un movimento d’amore in quanto ascoltando ci si apre all’altro e si ospita in noi la sua presenza, si vive in relazione con l’altro uscendo dal nostro isolamento. Perché l’ascolto porta alla conoscenza, e dalla conoscenza all’amore.
Il primo di tutti i comandamenti scaturisce dunque dall’ascoltare e dal riconoscere che Dio è l’unico Signore. Se diamo Lui tutto ciò che da Lui proviene, sarà il Suo Spirito d’amore ad amare in noi. Se amiamo il Signore con tutte le forze, sarà Lui la forza che ci sostiene nella vorticosa corsa quotidiana.
A questo comandamento è lo scriba ad aggiungerne un altro, quello dell’amore del prossimo. Gesù presenta poi questi due comandamenti come due aspetti di uno stesso precetto divino: “Non c’è altro comandamento maggiore di questi”.(v.31) .Uno solo è il comandamento dell’amore, ma ha due aspetti, perché imparare ad amare con il cuore di Dio significa farsi prossimo di ogni uomo: così ha amato Gesù. Sì, l’amore “vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici” (v.33), perché è sacrificio di sé. Così ha amato Gesù, fino al dono della sua vita.
Il prossimo per Gesù non è solo il connazionale, come in Lv.19,18, ma ogni uomo (cfr. Lc. 10, 29-37): il suo è un insegnamento nuovo ed antico insieme.
Nel versetto conclusivo del nostro brano Gesù loda lo scriba che non è lontano dal regno di Dio: nella sua rettitudine è sulla strada giusta per entrare nel regno di Dio, che è il regno dell’amore.