10 Ott

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

11 ottobre 2020

Dal Vangelo secondo Matteo, Capitolo 22, versetti 1-14

“Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze…”

La parabola degli invitati alle nozze illustra l’atteggiamento ipocrita degli scribi e dei farisei. Gesù manda loro questo messaggio: “Voi siete come gli invitati che rifiutano di partecipare al banchetto, e dimenticate che non sono i giusti, ma i peccatori che hanno bisogno di salvezza”.

La parabola ci indica Gesù che invita attraverso vari servitori. Il primo rifiuto è risoluto: “non vollero venire” (v.3). Ma il re non si scoraggia, è paziente e rinnova il suo invito: “venite alle nozze” (v.4). Ma anche a questo secondo invito corrisponde un rifiuto: ci sono cose più importanti da fare (v.5).

Di fronte a tali comportamenti –finalmente! – il re s’infuria (v.7), manda le sue truppe, fa uccidere, e dare alle fiamme la città. Il rifiuto del Vangelo espone a conseguenze tremende!

Nei versetti 8-10 il racconto, interrotto dall’intermezzo della spedizione punitiva, riprende il tema del banchetto di nozze. Il banchetto (=Dio) aspetta sempre: i primi invitati non ne sono stati degni, perciò il re, per riempire la sala, ordina ai servi di andare ai crocicchi delle strade, e invitare quanti vi si trovano.

Ma il padrone scorge tra essi qualcuno che stona, poiché non porta la veste adatta alla festa (v.11).

Tanto è grande la generosità del re, quanto è brutale la sua reazione. Dà ordine di legare il colpevole e gettarlo fuori dalla sala illuminata, nelle tenebre della notte (v.13), (episodio che richiama alla mente Giuda che esce dalla Cena, per tradire ).

L’invitato è escluso dalla festa perché ha creduto di poter entrare nel regno facilmente, senza indossare la veste nuziale (l’invito di Dio è un dono gratuito, ma poi occorre la veste, cioè la volontà di lasciarsi trasformare dal dono ricevuto). Il rifiuto è tragicamente sempre possibile, anche se si è stati chiamati… Tutti sono –potenzialmente-chiamati, ma di fatto pochi si lasciano eleggere (v.14). la chiamata non ci garantisce automaticamente la salvezza! Non basta entrare –col battesimo- nella sala del banchetto, bisogna anche indossare la veste nuziale. Compiere cioè le opere richieste dalla ‘giustizia nuova’ portata da Gesù.

Il banchetto preparato da Dio è simbolo di una realtà altra da quella terrena, una realtà in cui Dio regna, non l’uomo: Di questa realtà è figura e preannuncio l’Eucaristia,

Questa parabola mette in crisi le nostre facili sicurezze. Dobbiamo domandarci se, malgrado le apparenze, abbiamo veramente accolto l’invito. Formalmente sì, perché siamo nella sala del banchetto (la Chiesa), perché partecipiamo regolarmente all’Eucaristia, ma se il nostro cuore è altrove, è come se avessimo rifiutato l’invito.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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