28 Set

XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

29 settembre 2019
Dal Vangelo secondo Luca, Capitolo 16, versetti 19-31

“Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta….”

Questa parabola, propria di Luca, mette in scena due personaggi tipici, per illustrare agli ascoltatori il giudizio di Dio sugli uomini.
La prima scena (versetti 19-26) presenta i due personaggi nella loro condizione terrena: il ricco che se la gode nel lusso (v.19), il povero Lazzaro che soffre solo, nella più nera miseria (vv.20-21).
La morte trasforma improvvisamente la condizione dei due (vv.22-23). Ora è il ricco a soffrire tra i tormenti, Lazzaro invece siede al posto d’onore alla tavola della festa, accanto ad Abramo.
La nostra parabola non ha l’intento di descrivere l’aldilà, si limita a sottolineare il cambiamento di condizione dei due personaggi: Il ricco, bruciato dalle fiamme, supplica Abramo di procurargli un po’ di sollievo per mezzo di Lazzaro (v.24). Ma Lazzaro non può più andare dal ricco, né il ricco raggiungere Lazzaro: la loro sorte è fissata in modo definitivo. Questo è il significato dell’immagine del “grande abisso” che li separa (v.26).
I versetti dal 27 al 31 ci presentano la preghiera del ricco per la conversione dei suoi fratelli.
Il ricco sventurato capisce che deve rassegnarsi alla sua condizione. Ma persa ai suoi fratelli che rischiano di condividerla, poiché continuano la vita di godimenti che lui stesso aveva condotto fino a poco tempo prima.
La domanda di colui che era stato ricco ho lo scopo di introdurre la risposta di Abramo, che costituisce l’insegnamento che vuol dare la parabola.
Abramo risponde che quelle persone hanno Mosè e i profeti (v.29). Il dannato insiste (v.30). Abramo conclude con una sentenza (v.31):tra tutti i segni offerti ad Israele per convertirsi, il messaggio delle Scritture è più convincente della risurrezione di un morto. E’ lo stesso pensiero espresso da Gesù, quando rifiutava di dare i ‘segni’ che gli venivano chiesti, quando circondava i suoi miracoli di tanta discrezione e modestia.
Luca utilizza in questa parabola dei temi che gli sono particolarmente cari. La conversione, il privilegio dei poveri, le rappresentazioni della sorte degli uomini nel tempo tra morte e giudizio.
Per Gesù, come per Luca, la cosa essenziale è l’urgenza della conversione alla quale Israele è invitato. Il Popolo di Dio ha avuto tutto quanto gli era necessario per riconoscere la via della salvezza, non deve esigere segni speciali: Infatti, tra tutti i segni che Dio dona ai suoi, il più grande è la sua Parola.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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