08 Set

XXIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

dal Vangelo secondo S. Marco, 7, 31-37

il miracolo che il Vangelo ci presenta oggi avviene in pieno territorio pagano: la Decapoli. E’ chiara l’intenzione di Marco: la missione di Gesù non è circoscritta al solo popolo di Issale, va oltre.

La guarigione del sordomuto si iscrive dunque nell’ottica dell’annuncio ai pagani che sarà fatta propria dalla comunità cristiana, ma che trova le sue fondamenta nel ministero pubblico di Gesù.

Inoltre l’episodio avviene in un contesto di crescente incomprensione e incredulità, cui gli stessi discepoli non sono estranei.

Ma l’intervento di Gesù ‘tocca’ anche gli orecchi e gli occhi dei discepoli, e fa sì che la loro incredulità sia vinta.

Il racconto del miracolo segue un andamento originale rispetto agli altri racconti: Gesù chiama infatti in disparte il sordomuto, e compie gesti che non troviamo altrove, se non nel miracolo della guarigione del cieco a Betsaida (8, 22ss): mette le sue dita nelle orecchie del sordo e tocca con la saliva la sua lingua. Ma questi gesti sono solo una preparazione, la guarigione infatti avviene in seguito ad una sua parola di comando: “ Effatà”. La parola pronunciata restituisce l’uomo alla sua integrità. Spesso nel Vangelo Gesù viene presentato come colui che insegna con autorità, e che guarisce attraverso la sua parola.

Quest’uomo guarito dalla sua malattia simboleggia l’atteggiamento di coloro per i quali la salvezza è apertura e affidamento a un altro e ci mostra come lo spirituale avviene sempre grazie alla mediazione della corporeità.

Nonostante l’ordine di Gesù di tacere, la reazione della folla non si fa attendere: “ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti” (v.37). Tale espressione richiama la conclusione del racconto della creazione nella genesi:”Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona” (Gen.1,31). Dunque non solo sono colmate e portate a compimento le attese messianiche, ma viene riportato alla sua originaria pienezza da Gesù quell’intervento creatore che il peccato dell’uomo aveva deformato.

In Gesù si assiste ad una nuova creazione!

section-icon

"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

Invia la tua Testimonianza