28 Ago

XXII Domenica Anno C

Nel vangelo di oggi la buona notizia di Gesù è proclamata nel contesto di un banchetto. Luca ci presenta un Gesù che non solo siede volentieri a tavola di quanti lo invitano, ma che usa spesso l’immagine del banchetto come metafora per parlare del Regno.

Uomo libero, Gesù ha assunto il rischio di condividere il pasto con i peccatori, li esattori, gli impuri. Non era forse questo il programma della sua missione, proclamato alla sinagoga di Nazaret (Lc. 4, 16-21) ?

All’Angelus, commentando questo brano di Vangelo, Papa Benedetto si espresse con queste parole: “Alla fine del vangelo di oggi il Signore ci fa notare come in realtà continuiamo a vivere alla maniera dei pagani, come invitiamo, per reciprocità, soltanto chi ricambierà l’invito; come doniamo solo a chi ci restituirà. Ma lo stile di Dio è diverso: lo sperimentiamo nella Santa Eucaristia. Egli invita alla sua mensa noi, che davanti a lui siamo zoppi, ciechi e sordi; egli invita noi, che non abbiamo nulla da dargli. Durante questo evento dell’Eucaristia, lasciamoci toccare sopratutto dalla gratitudine per il fatto che Dio esiste, che Egli è così com’è, che Egli è così com’è Gesù Cristo, che Egli, nonostante non abbiamo nulla da dargli e siamo pieni di colpe, ci invita alla sua mensa e vuole stare a tavola con noi. Ma vogliamo anche essere toccati dal sentire la colpa di staccarci così poco dello stile pagano, di vivere così poco la novità, lo stile di Dio”.

Più ci si inoltra nel vangelo, più si tocca con mano il bagaglio di umanità che esso offre. Esso è il richiamo ad assumere una gerarchia di valori ‘altra’

La corsa i primi posti possiede infatti un fascino da cui , a partire di dodici, anche noi battezzati non siamo esenti. Ma davanti a Dio siamo tutti come granelli di polvere, e è molto più grande quanto riceviamo da Lui di quanto riusciamo a dare a Dio e al prossimo.

L’espressione “chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato” ci presenta una saggezza e una verità non solo evangelica ma anche umana. E’ questa la strada che Dio ha percorso e noi non possiamo voler essere più sapienti cercando scorciatoie che non ci portano da nessuna parte.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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