15 Ago

XX Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

16 agosto 2020

“Donna, davvero grande è la tua fede”

Dal vangelo secondo Matteo 15, 21-28

Tema di fondo di questa Ventesima domenica del Tempo Ordinario è l’universalità della salvezza.

Gesù è venuto a portare ad ogni uomo la salvezza e il vangelo costituisce l’apice di un cammino che coinvolge Israele quale popolo dell’alleanza, i pagani come nuovi soggetti di evangelizzazione, e noi, chiesa di Dio.

Spesso il punto centrale dei racconti dei miracoli in Matteo non poggia sul racconto della guarigione, ma sul dialogo che si svolge tra Gesù e la persona che chiede aiuto. Nel nostro brano il dialogo con Gesù ha una parte molto importante. Abbiamo quattro domande e tre risposte in soli nove versetti!

Il v.21 ci dà l’ambientazione geografica: Gesù si ritira nel territorio di Tiro e Sidone. Queste due città rappresentano spesso nella Bibbia i popoli pagani. I protagonisti dell’episodio sono Gesù, una donna pagana (v.22) e i discepoli che entrano in scena più tardi (v.23).

Matteo, precisando che la donna è una cananea evidenzia l’antica contrapposizione religiosa tra Israele e i suoi vicini idolatri. L’incontro con questa donna diventa una primizia e un segno profetico della missione estesa anche ai pagani. La donna si rivolge a Gesù dicendo: Pietà di me Signore, figlio di Davide, dichiarandosi così virtualmente un’adoratrice di Gesù. Gesù non presta ascolto alla donna, ed è a questo punto che entrano in scena i discepoli (v.23), che chiedono a Gesù di esaudirne la richiesta, semplicemente perché da fastidio, è una seccatrice. Il loro intervento fornisce però a Gesù la motivazione per dichiarare che la sua missione è limitata al solo Israele: “Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele” (v.24). E questa risposta diviene anche una catechesi per i discepoli.

Il dialogo successivo tra Gesù e la cananea evidenzia infatti il ruolo della fede, che estende anche ai pagani il progetto di salvezza storicamente destinato a Israele.

La donna (v.25) si avvicina a Gesù, si prostra e lo supplica ancora, usando un’altra volta il titolo di Signore. Questo titolo, usato anche al v.27, esterna la convinzione della donna pagana di trovarsi di fronte ad una persona che può esaudire la sua richiesta, ed è quindi espressione della sua fede.

Nonostante la dura risposta di Gesù, la donna non demorde, e il dialogo che segue (vv.27-28) mette in luce la sua perseveranza, umiltà e fede. Essa non contesta il privilegio di Israele in ordine alla salvezza, ma chiede di esserne associata (v.27). Alla fine Gesù, proprio per la fede umile e costante dimostrata dalla donna, la esalta (v.28), e di fatto apre ai pagani l’accesso alle promesse messianiche. Ed esaudisce finalmente la sua supplica :Ti sia fatto come desideri!

Il nostro brano si chiude con l’annotazione che, a partire da quel momento, la figlia guarì (v.28).

“L’episodio della Cananea definisce il rapporto tra la missione storica di Gesù e quella della chiesa (R. Fabris)”.

La proposta di salvezza di Gesù coinvolge veramente tutta l’umanità, basta saper vivere nell’umiltà, nella perseveranza e nella fede: sono le tre caratteristiche della donna cananea che hanno ottenuto il miracolo.

A noi, che forse siamo troppo convinti della nostra fede e della nostra salvezza, oggi è chiesto di riflettere sulla nostra umiltà e perseveranza: forse abbiamo anche noi, come i discepoli di Gesù, molto da imparare dalla cananea!

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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