XX Domenica Anno C
Questa pagina di Luca ci propone ancora il tema dell’attesa. Per poter vivere nell’attesa il credente deve rendersi conto della tragicità del momento che sta vivendo: ecco il tema di questa Liturgia della Parola, al quale l’evangelista aggiunge anche il tema dei ‘segni dei tempi’.
Luca traduce con l’immagine del fuoco e del battesimo la tragicità dell’attesa.
Gesù ricorda alla nostra stanca cristianità che il cristianesimo è vita e fuoco, avventura e bellezza. Il Patriarca Atenagora ha scritto: “Il cristianesimo è la vita in Cristo. E il Cristo non si ferma mai alla negazione, al rifiuto. Siamo noi che abbiamo caricato l’uomo di tanti fardelli! Gesù non dice mai: non fare, non si deve fare…”. Il cristianesimo non è fatto di proibizioni, ma è vita, fuoco, creazione!
Gesù dona ai discepoli una nuova possibilità di capire il senso della sua presenza nel mondo: “Non sono venuto a portare la pace sulla terra, ma la divisione” (v.51). E’ una pace che divide, quella che Gesù annuncia e dona! Essa provoca divisioni tra gli uomini :” D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre” (vv. 52-53).
L’urgenza del Regno porta a relativizzare anche i legami familiari, che vengono lacerati dalla parola di Gesù di amare lui prima di tutti e di mettere al primo posto le esigenze del Regno.
Segnato dall’irruzione del Regno, orami il tempo è tempo di salvezza, per la storia e per ciascuno, e tempo di conversione e luogo di possibile incontro col Signore che sempre viene.
I segni del tempo si lasciano capire non nel sole, nella luna o nelle stelle, ma nella vita di Gesù, e specialmente nel suo mistero pasquale.
Chi non possiede questa chiave di lettura non riuscirà a cogliere il senso della storia e della sua esistenza personale.