03 Ago

XVIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

4 agosto 2019

Vangelo secondo Luca Cap.12, versetti 13-21

“Cercate le cose di lassù”

Il brano del vangelo di oggi comprende due parti:
versetti 13-15 – una discussione per motivi di eredità
versetti 16-21 – la parabola del ricco stolto.
Gesù, messo di fronte ad una ingiustizia non vuole interessarsi del caso, sembra disinteressato a ciò che succede sulla terra, come se le necessità contingenti, temporali non avessero valore, ma contasse solo la beatitudine nell’aldilà. Sarebbe difficile risolvere questa difficoltà, se la risposta data da Gesù, in modo laconico, all’erede,(v.14) non fosse commentata dalla parabola che segue.
Non dobbiamo insistere troppo sulla risposta brusca data da Gesù. E’ il Maestro che risponde, e il suo dire è un ‘enigma’ che ha lo scopo di insegnare e far riflettere. Egli stesso preciserà il suo pensiero al riguardo con la parabola dei versetti 16-21.
Nel nostro brano evangelico, dopo la risposta insoddisfacente all’erede scontento, Gesù si rivolge appunto alla folla per aiutarla a cogliere il significato del fatto:”guardatevi e tenetevi lontani da ogni avidità, perché anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beni” (v.15).
Gesù avverte i suoi ascoltatori che l’abbondanza dei beni materiali non è sufficiente a garantire una sicurezza vera.La vera pace dell’uomo infatti non si basa sulle ricchezze, la sua vita non dipende soltanto dai beni terreni.
Non dobbiamo cercare di dare ad ogni particolare della parabola che segue un significato o un simbolismo proprio. L’insegnamento sta nella breve storia presa nel suo insieme, nella situazione lì descritta.
Si parla di un ricco ‘stolto’ì. Stolto come le cinque vergini di Matteo 25,2, stolto come i farisei che giudicano dalle apparenze, stolto come un cieco che guida un altro cieco, ed entrambi cadono nella fossa (Lc.6,30; Mt.15,14). Tutti questi personaggi mancano dell’intelligenza che sa discernere i veri beni. La stessa cosa si deve dire dell’uomo che litiga per motivi di eredità.
Il punto centrale della nostra parabola è il fatto che i calcoli dell’uomo ricco si rivelano totalmente sbagliati, tanto che le sue speranze sono di colpo deluse:aveva creduto che la ricchezza fosse l’unica sorgente di felicità, ma improvvisamente questa felicità gli sfugge. Lo stesso sarà dell’uomo che fonda sulla ricchezza la sua speranza, anche se non gli capita, come al ricco ‘stolto’ di morire all’improvviso. Questo breve racconto ci aiuta a cogliere, tramite il paragone portato, una verità profonda, che vale per tutti: è stolto chi conta sulle ricchezze per garantirsi una felicità duratura.
Tutti i beni sono a servizio della vita, ma la vita li supera tutti.Le ricchezze non sono cattive in se stessa, ma sono pericolose perché l’uomo corre il rischio di attaccarsi ad esse, di cercarle per un godimento terreno egoistico, come i farisei, come il ricco stolto, come il ricco dell’altra parabola, che non divideva i suoi beni con Lazzaro: le situazioni saranno un girono invertite (Lc.16,25).
Nulla giustifica che il cristiano dia il primo posto alle preoccupazioni per le ricchezze!

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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