XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO “A”
Dal vangelo secondo Matteo, Capitolo 13, versetti 24-43
Anche questa domenica il vangelo parla del regno dei cieli mediante delle parabole: la parabola della zizzania (vv.24-30), del granello di senape (vv.31-32), e del lievito (v.33)..
La parabola della zizzania ha una prima parte narrativa (vv.24-265), una seconda (vv.27-30) che presenta il dialogo tra il padrone e i servi; essa intende dirci qualcosa circa il Regno (v.24). un uomo semina nel suo campo; durante la notte un nemico passa a seminarvi la zizzania, una pianta che non si può distinguere dal frumento fino al momento della mietitura. La proposta dei servi di estirpare la zizzania viene scartata dal padrone, poiché strappandola si rischierebbe di distruggere anche il grano.
Un famoso esegeta , Jeremias, afferma che la parabola è un invito alla pazienza, con una duplice motivazione:
- gli uomini non sono in grado di compiere la separazione tra frumento e zizzania,
- solo Dio determina l’ora della separazione, del giudizio.
Al tempo di Gesù i farisei si separavano dal popolo perché secondo loro era destinato alla dannazione. Giovanni Battista aveva parlato di un messia che avrebbe separato il grano dalla paglia (cfr.3,12). Gesù viene, ma si comporta in modo diverso: non si separa dai peccatori, non li condanna, ma li chiama a conversione.
La parabola vuol far notare il contrasto tra il comportamento di Dio, paziente e tollerante, e i suoi servi, rigidi e intolleranti.
L’opera di Dio inizia sempre umilmente e cresce tra mille difficoltà, ma alla fine trionfa. Siamo invitati dunque a non giudicare anzitempo.
La parabola del granello di senape parla dl più piccolo dei semi, che una volta cresciuto diventa il più grande degli ortaggi.
Il seme è qui immagine del Regno dei cieli, e ci propone il seguente messaggio: il regno di Dio è avviato, e giungerà sicuramente a compimento per la forza misteriosa che lo sostiene, anche se inizialmente sembra poca cosa.
Come la precedente, anche la parabola del lievito è una parabola di contrasto, ed è essa pure immagine del regno. Il contrasto sta tra la piccola quantità di lievito che una donna usa per far fermentare la pasta, che diviene una grande massa.
Gesù con queste due ultime parabole voleva dare una risposta a coloro che, aspettandosi un regno grandioso e universale, scuotevano il capo dinnanzi ad un rabbi sconosciuto e al suo pugno di discepoli.
Le parabole del granello di senape e del lievito dimostrano chiaramente come il bene possa far fermentare, trasformare l’ ‘impasto’ dell’umanità e della storia, possa farlo crescere fino a farlo diventare una pianta rigogliosa. Per gli antichi il seme seminato moriva; siamo dunque di fronte al mistero pasquale, al mistero della morte feconda di Cristo.
Ci è chiesto un atteggiamento di fiducia, che non è sterile attesa, ma operosa gestazione del regno di Dio.