XIX Domenica del Tempo Ordinario – Anno C
11 agosto 2019
Dal vangelo secondo Luca, capitolo 12, versetti 32-48
“Non temere, piccolo gregge”
Nei primi due versetti del nostro vangelo, Gesù insegna ai suoi l’atteggiamento che devono assumere di fronte ai beni di questo mondo. Per incoraggiarli a staccarsene, indirizza il loro sguardo verso il Regno promesso. Abbiamo qui il fondamento della speranza cristiana.
Ci troviamo di fronte a tre parabole con lo stesso tema:l’attesa di colui che viene (vv.35-38).
Il versetto 35 è rivolto ai discepoli, ed applica a loro la prima parabola che li paragona ai servi che attendono il ritorno del padrone nella notte. Essi devono restare in tenuta da lavoro, con le falde dell’abito alzate e fermate dalla cintura, con le lucerne accesa, poiché il padrone tornerà in un’ora che non è possibile prevedere. E i servi devono essere preparati ad accoglierlo. E’ evidente il senso che Luca dà a questa parabola. Egli scrive il suo vangelo quando Gesù è già scomparso nella gloria della Pasqua e i discepoli attendono il suo ritorno, ma ne ignorano il giorno e l’ora. Devono perciò restare sempre pronti ad accogliere il Figlio dell’uomo e la sua grazia.
Anche la seconda parabola (vv.39-40) si rivolge ai discepoli. E il suo senso è chiaro: quando i ladri vengono a sfondare le sottili pareti della case di Palestina non preavvisano la loro venuta. Chi vuole coglierli in fragrante deve tenersi costantemente all’erta. L’applicazione è esplicita (v.40): i discepoli devono essere sempre preparati alla venuta imprevedibile del Figlio dell’uomo.
Il versetto 41 introduce la terza parabola. Essa affida il ruolo centrale della scena ad un amministratore, cui il padrone darà l’incarico di assicurare il sostentamento della servitù durante la sua assenza. Nei versetti 42-44 vediamo che l’amministratore assolve fedelmente il suo compito.
Nei versetti 45.48, antitetici ai precedenti, l’amministratore approfitta del ritardo del padrone (v.45), percuote ‘i servi e le serve’ e si dà alla pazza gioia. Ma arriva, inatteso, il padrone (v.46) che ‘degrada’ l’amministratore trattandolo come un ‘infedele’: era informato della volontà del padrone, ma non l’ha compiuta e perciò sarà punito severamente.
Il versetto 48 proclama le esigenze della grazia: “A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto” da Dio.
Le parabole dell’attesa ci hanno reso noto il richiamo di Gesù ai suoi contemporanei perché accogliessero in Lui la venuta di Dio, e il giudizio, e la salvezza, e il Regno.
Dopo la Pasqua, la chiesa attende la venuta di Dio in Cristo: il richiamo delle parabole dell’attesa resta dunque sempre di attualità. Dobbiamo vigilare, essere pronti ad accogliere il Signore, per rendergli conto della missione che ha affidato a ciascuno di noi.