23 Giu

XII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Mc. 4, 35-41

Il racconto della tempesta sedata culmina nella domanda: “Chi è dunque costui?…” con la quale l’evangelista conduce il lettore verso la fede in Gesù, Messia e Figlio di Dio, che vince la morte e salva i credenti. E’ il motivo conduttore di tutto il vangelo di Marco.

La cornice del racconto è quella familiare del lago di Galilea. Da una barca Gesù ha raccontato le sue parabole.

Ora un’esperienza sconvolgente attende i discepoli; essa segnerà una impartante tappa nel loro cammino di fede.

Il racconto è una brevissima sequenza ricca di contrasti: la burrasca e il sonno tranquillo di Gesù, il riposo del Maestro e l’angoscia dei discepoli, la tempesta e la bonaccia.

Non di rado nella Bibbia vien detto che il Signore ‘dorme’, mentre i credenti lo scongiurano di svegliarsi per andare in loro soccorso (cfr. Sal. 44, 34ss).

La tempesta che si scatena improvvisa sul lago è un fenomeno che corrisponde perfettamente alle condizioni climatiche e geografiche del luogo. Ma il sonno di Gesù è sorprendente, e l’invocazione rude e disperata dei discepoli esprime una fede ancora imperfetta.

Gesù che dorme invia i discepoli pieni di paura a scoprire, attraverso il suo apparente disinteresse, la presenza amorosa di Colui che può tutto.

Al sonno, metafora della morte, è contrapposto il ‘destarsi-risorgere’ di Cristo che sconfigge l’assalto delle onde del mare, simbolo biblico delle potenze infernali e della morte.

La ‘grande bonaccia’, contrapposta alla ‘grande tempesta’ segna la vittoria di Gesù, che libera i suoi dall’assalto della morte.

“perché avete paura?  Non avete ancora fede?” (v.40): la situazione di pericolo ha messo a nudo la fragilità della fede dei discepoli, che, nel momento della prova, hanno lasciato che la paura prendesse il sopravvento.

Gesù è presente sempre, e anche se a volte sembra dormire, si prende cura di noi. Questo pensiero ci deve stimolare e sorreggere. Con ciò non si vuole negare a chi crede il fatto di provare paura davanti a un pericolo, si vuole però ricordare che la presenza di Gesù ridimensiona la paura fino a scacciarla

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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