09 Giu

X Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Mc. 3, 20-35

La liturgia odierna ci interroga a prendere una posizione rispetto a Cristo e al suo ministero: con lui o contro di lui. Il ministero di Gesù provoca incomprensione nella sua stessa famiglia.  Gesù è categorico: chi rifiuta la salvezza che egli propone, non ne troverà un’altra. Non sono più i legami naturali che fanno l’unità, ma l’obbedienza allo Spirito di Dio, cosicché tutti coloro che accolgono la parola di Gesù sono figli adottivi di Dio e fratelli tra di loro.

Il brano è composto da tre scene.

Nel primo quadro (Mc 3,20-21), Gesù viene messo in relazione con “i suoi”, la sua famiglia di sangue, che reagiscono manifestando la loro incomprensione rispetto alla predicazione evangelica ma anche il loro sdegno per questo congiunto che sta portando scandalo. “E’ fuori di sé”.

Nel secondo quadro (Mc 3, 22-30) i protagonisti sono gli scribi venuti da Gerusalemme, che incarnano il rifiuto totale e diabolico: per loro Gesù è un indemoniato, l’incarnazione stessa del male. Gesù denuncia il rifiuto ostinato di riconoscere i segni e l’azione di Dio come peccato imperdonabile, “bestemmia contro lo Spirito Santo”. Il rifiuto così ostinato e l’odio verso la missione e la stessa persona di Cristo è il sigillo a una condanna definitiva di chi distorce la realtà e vuole combattere il bene definendolo male .

La terza scena (Mc 3,31-35) riguarda invece coloro che, nell’incontro con Gesù, sono capaci di cogliere in profondità la straordinarietà della sua persona, in una consapevolezza che non deriva dai legami di sangue ma dal compiere la volontà di Dio. La vera famiglia di Gesù è “chi compie la volontà di Dio”, riconoscendone il messaggio e seguendone la volontà. «Chi avrà messo in opera la Volontà di Dio, questo di Me è fratello e sorella e madre». Maria, la Madre, è il modello di chi ascolta e mette in pratica la divina Volontà, saranno come la Madre, quelli che nei secoli saranno i suoi fedeli ascoltatori, obbedendo a Lui nel mettere in pratica la sua Parola.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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