23 Feb

VII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

24 febbraio 2019

Dal Vangelo  secondo Luca 6, 27-38

“A voi che ascoltate, dio dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano….Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete?…Se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete?…E se prestate a coloro da cui sperate di ricevere, che merito ne avrete?…Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperare nulla, e il vostro premio sarà grande…perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

La liturgia di questa domenica ci propone il denso tema biblico della comunità chiamata a farsi nuova attraverso l’amore e a rinnovare, per questa strada, il mondo intero.

Ognuna delle tre parti del nostro brano termina con una affermazione solenne: la famosa regola d’oro del v.31 “ciò che volete che gli uomini facciano a voi, fatelo a loro”, la versione tipicamente lucana dell’invito alla perfezione del v.36: “siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro”,e, infine, l’affermazione del v.38: “con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”.

Alla legge del taglione si sostituisce ormai la legge del perdono fino al rinnegamento di sé, fino al dono totale di sé agli altri: non solo agli amici, ma anche ai nemici.

E’ da notare il ‘crescendo’ delle affermazioni di Gesù: “amate, fate del bene, benedite, pregate” e poi, passando alle azioni concrete:”porgi l’altra guancia, non rifiutare, dà, non richiedere”.

Tali imperativi lasciano trasparire quell’ideale di vita che può essere definita ‘evangelica’, perché essa stessa diventa segno di una scelta superiore. Una scelta, un ideale realizzabile, se ad esso si sono ispirati e adeguati i dodici apostoli e molti credenti nei primi decenni dell’era cristiana e non pochi credenti di tutti i secoli. Si tratta dello stile dei poveri, degli affamati, dei dolenti e dei perseguitati già proclamato nelle beatitudini, e sarà lo stile che condurrà Gesù stesso verso la sua Pasqua.

Ecco il modello dell’amore cristiano:”Siate misericordiosi come Dio, vostro Padre, è misericordioso” (v.36). Un amore attento e tenero, un amore paterno e fraterno, un amore disinteressato e gratuito, preveniente e infaticabile.

Le ultime battute del nostro brano contengono l’invito a non giudicare-condannare (v.37) e a perdonare-donare (v.38). Tutto questo in vista del dono-perdono del Padre verso di noi. Ancora una volta il modo di comportarsi di Dio diventa modella per la nostra imitazione e oggetto della nostra speranza.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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